• Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca – Il libro

    Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca – Il libro

    Ho scritto un libro sulle presidenziali americane del 2024, le più polarizzate di sempre. Il libro analizza le cause e le conseguenze di questa divisione, esplorando l’impatto di Trump sulla politica, sulla società e sulla democrazia stessa. Attraverso un racconto dettagliato e riflessivo, cerco di offrire uno strumento chiaro per comprendere il panorama politico attuale, per fornire un’analisi approfondita e stimolare una riflessione sul futuro della democrazia.

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  • La punizione è l’indagine

    La punizione è l’indagine

    Trump ha trasformato le indagini federali in uno strumento politico. In questo schema, la punizione non arriva alla fine. La punizione è l’indagine stessa.

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  • Il presidente ha deciso così

    Il presidente ha deciso così

    Trump ferma la guerra tra Iran e Israele con un cessate il fuoco via social. Il conflitto si congela, ma resta aperto. La pace, stavolta, è una decisione unilaterale.

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  • Le scelte che si attendono

    Le scelte che si attendono

    L’offensiva israeliana complica i rapporti con i Paesi arabi e spiazza l’opinione pubblica americana, ma si inserisce in una visione del potere globale che Trump sembra ormai aver fatto propria.

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  • Ora o mai più

    Ora o mai più

    Israele ha colpito l’Iran puntando a indebolirne il regime. Ma la risposta di Teheran e l’assenza di una mediazione americana aprono scenari pericolosi: Trump potrebbe attaccare già oggi.

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  • La Cina cerca di capire da che parte stare

    La Cina cerca di capire da che parte stare

    La Cina cresce, ma in modo squilibrato. Xi rafforza il controllo interno, Trump rilancia la sfida commerciale e l’Europa prova a non restare schiacciata.

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  • La California è solo l’inizio

    La California è solo l’inizio

    Trump manda la Guardia Nazionale in California e sfida il governatore. Non solo proteste: in gioco c’è l’idea stessa di democrazia e potere federale.

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TUTTO IL RESTO

  • La California è il nuovo nemico

    Trump trasforma la California nel nemico interno: l’immigrazione diventa il pretesto per attaccare il dissenso e svuotare il federalismo americano.

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  • Il silenzio su Gaza che conviene a tutti

    La tregua a Gaza serve a chi comanda, non a chi subisce. I civili restano ostaggi, mentre Israele e Hamas consolidano il loro potere sull’immobilismo.

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  • Trump e gli studenti “comunisti che odiano i cristiani”

    La stretta di Trump contro gli studenti cinesi arriva dopo anni di preparazione. Il nuovo piano, firmato da Rubio, punta a revocare i visti a chi ha legami con Pechino o studia materie sensibili. Il rischio, ora, è riaccendere lo scontro con la Cina sul piano commerciale e diplomatico.

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  • In missione per conto di Dio

    Dopo l’attentato a Butler, Trump ha iniziato a presentarsi come un uomo scelto da Dio per una missione. La sua retorica si è fatta più religiosa, il potere più assoluto, e il confine tra politica e fede si è fatto sempre più sottile.

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  • Si chiama genocidio

    L’Occidente continua a parlare di “sostegno a Israele” come se si trattasse ancora di un alleato che condivide i propri valori. Ma quei valori, oggi, sembrano piegati, svuotati, ridotti a giustificazione per l’indicibile. E la domanda che resta, urgente, è: fino a quando continueremo a chiamare democrazia un governo che dichiara apertamente di voler svuotare una terra dalla sua gente? Perché quella di Gaza non è più una guerra, è un genocidio.

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  • Una grande e bellissima legge

    Dopo settimane di silenzio – la presentazione di Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca in giro per la mia regione è davvero, ma davvero una meravigliosa esperienza – rieccomi a scrivere di politica americana con l’approvazione, alla Camera, della nuova legge finanziaria voluta da Trump e chiamata, come avrete sicuramente intuito, come il titolo di questo articolo. L’iter per l’approvazione definitiva passa ora al Senato da cui ci si aspetta battaglia a colpi di emendamenti. Ecco cosa è successo e soprattutto cosa succederà.

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  • La luna di miele di Trump è già finita

    I primi cento giorni di una presidenza raccontano molto più di quanto possa sembrare. Non si tratta solo di statistiche o percezioni passeggere: rappresentano la misura iniziale della capacità di governare, di stabilire un’agenda chiara e di costruire consenso. Per Donald Trump, il primo bilancio appare segnato da numeri deboli, tensioni crescenti e rischi che, se ignorati, potrebbero compromettere la solidità del suo secondo mandato.

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  • L’eredità di Francesco nella geografia del potere ecclesiastico

    Sabato 26 aprile si celebrano i funerali di Papa Francesco. Il suo pontificato ha ridisegnato la geografia del conclave, sovrarappresentando l’Asia e rompendo con consuetudini storiche. L’Africa cresce ma conta ancora poco. Il prossimo Papa erediterà questa nuova Chiesa globale.

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  • La Cina è in vantaggio nella guerra per il potere globale

    Trump ha riacceso la guerra commerciale. Ma stavolta Pechino non si limita a contenere l’impatto: reagisce, rilancia e sfrutta ogni occasione. Ha strumenti, ha alleati potenziali e ha una visione chiara. E mentre gli Stati Uniti si chiudono dietro i dazi, la Cina costruisce — pezzo dopo pezzo — il proprio mondo post-americano.

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  • La stagione dell’arbitrio

    I dazi voluti da Trump segnano la rottura tra Stato e mercato, minando trent’anni di globalizzazione. La libertà economica cede alla sovranità politica, con gravi ricadute su Borse, imprese e cittadini, sempre più subordinati a un potere economico-politico arbitrario.

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  • Kissing my ass

    Trump ha imposto dazi record alla Cina e avviato un’escalation commerciale che ha colpito decine di Paesi, mandando in tilt i mercati globali. La Cina ha risposto con tariffe dell’84%, mentre l’Europa prepara le proprie contromisure. Dopo il panico in Borsa, la Casa Bianca ha annunciato una sospensione di 90 giorni per i Paesi “non ostili”, ma non per Pechino.

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  • L’America non è pronta per la prossima guerra

    La potenza militare statunitense è ormai solo un ricordo: arsenali vuoti, cantieri navali ridotti, carenza di munizioni, personale non idoneo e impianti produttivi obsoleti rendono impossibile sostenere un conflitto ad alta intensità, soprattutto contro un rivale come la Cina. Eldridge Colby, capo stratega nominato da Trump, riassume la situazione in modo netto: «se qualcuno chiama il bluff, è la catastrofe».

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