• Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca – Il libro

    Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca – Il libro

    Ho scritto un libro sulle presidenziali americane del 2024, le più polarizzate di sempre. Il libro analizza le cause e le conseguenze di questa divisione, esplorando l’impatto di Trump sulla politica, sulla società e sulla democrazia stessa. Attraverso un racconto dettagliato e riflessivo, cerco di offrire uno strumento chiaro per comprendere il panorama politico attuale, per fornire un’analisi approfondita e stimolare una riflessione sul futuro della democrazia.

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  • La California è il nuovo nemico

    La California è il nuovo nemico

    Trump trasforma la California nel nemico interno: l’immigrazione diventa il pretesto per attaccare il dissenso e svuotare il federalismo americano.

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  • Il silenzio su Gaza che conviene a tutti

    Il silenzio su Gaza che conviene a tutti

    La tregua a Gaza serve a chi comanda, non a chi subisce. I civili restano ostaggi, mentre Israele e Hamas consolidano il loro potere sull’immobilismo.

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  • Trump e gli studenti “comunisti che odiano i cristiani”

    Trump e gli studenti “comunisti che odiano i cristiani”

    La stretta di Trump contro gli studenti cinesi arriva dopo anni di preparazione. Il nuovo piano, firmato da Rubio, punta a revocare i visti a chi ha legami con Pechino o studia materie sensibili. Il rischio, ora, è riaccendere lo scontro con la Cina sul piano commerciale e diplomatico.

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  • In missione per conto di Dio

    In missione per conto di Dio

    Dopo l’attentato a Butler, Trump ha iniziato a presentarsi come un uomo scelto da Dio per una missione. La sua retorica si è fatta più religiosa, il potere più assoluto, e il confine tra politica e fede si è fatto sempre più sottile.

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  • Si chiama genocidio

    Si chiama genocidio

    L’Occidente continua a parlare di “sostegno a Israele” come se si trattasse ancora di un alleato che condivide i propri valori. Ma quei valori, oggi, sembrano piegati, svuotati, ridotti a giustificazione per l’indicibile. E la domanda che resta, urgente, è: fino a quando continueremo a chiamare democrazia un governo che dichiara apertamente di voler svuotare una terra dalla sua gente? Perché quella di Gaza non è più una guerra, è un genocidio.

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  • Una grande e bellissima legge

    Una grande e bellissima legge

    Dopo settimane di silenzio – la presentazione di Il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca in giro per la mia regione è davvero, ma davvero una meravigliosa esperienza – rieccomi a scrivere di politica americana con l’approvazione, alla Camera, della nuova legge finanziaria voluta da Trump e chiamata, come avrete sicuramente intuito, come il titolo di questo articolo. L’iter per l’approvazione definitiva passa ora al Senato da cui ci si aspetta battaglia a colpi di emendamenti. Ecco cosa è successo e soprattutto cosa succederà.

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TUTTO IL RESTO

  • Altadena brucia

    Altadena, come tante altre comunità prima di lei, rischia di diventare l’ennesima vittima di quel meccanismo spietato che si chiama capitalismo dei disastri, ovvero quella teoria che trasforma i disastri in occasioni per fare profitto. È successo a New Orleans dopo Katrina, a Puerto Rico dopo Maria, e a Brooklyn dopo Sandy. Qui non è diverso. Ogni ritardo nella ricostruzione gioca a favore di chi vede in queste terre non una comunità, ma un’opportunità di guadagno.

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  • Buoni propositi: eliminare l’auto-ottimizzazione

    L’inizio di un nuovo anno porta spesso con sé la pressione di migliorarsi e raggiungere obiettivi ambiziosi. Eppure, forse non serve inseguire la perfezione. Potremmo trovare più senso nei piccoli cambiamenti, nella riscoperta dei legami e nella riflessione su ciò che conta davvero, accettando il valore delle imperfezioni e delle pause lungo il cammino.

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  • Il compiacimento della realtà

    La vicenda di Luigi Mangione, arrestato per l’omicidio del Ceo di UnitedHealthcare, è diventata virale per il simbolismo sociale e politico. Dipinto come ribelle contro il sistema sanitario, è stato trasformato in un eroe sui social nonostante la realtà sia ben diversa. La storia evidenzia come i social media politicizzino eventi violenti e solleva interrogativi su giustizia, violenza e la distorsione della realtà nelle narrative ideologiche.

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  • Il bivio dell’Ucraina e il ruolo dell’Europa

    A un mese dall’insediamento di Trump, il conflitto in Ucraina è sospeso tra un fragile cessate il fuoco e il rischio di una guerra globale. Trump si è affermato come mediatore chiave, ma rimangono nodi critici su territori occupati e adesione dell’Ucraina alla Nato. L’Europa, qualunque sia l’esito, dovrà assumersi responsabilità strategiche, sia militari che politiche, e accelerare la creazione di uno scudo anti-missile per garantire la propria sicurezza.

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  • Concedere la grazia è un diritto costituzionale del presidente

    La clemenza presidenziale è da sempre un tema che genera polemiche. Tradizionalmente, i presidenti degli Stati Uniti concedono la grazia a centinaia di persone verso la fine del loro mandato. Spesso, si tratta di individui che hanno dimostrato un percorso di redenzione o di condannati per reati minori, come crimini legati alla droga, la cui pena è considerata sproporzionata rispetto agli standard attuali.

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  • L’imbattibilità non è più una giustificazione

    L’imbattibilità in Serie A non basta a placare i tifosi della Juventus, sempre più frustrati dopo il 2-2 contro il Venezia, decimo pareggio in campionato. Con solo sei vittorie in 16 partite, i 28 punti raccolti sono insufficienti per una squadra che punta allo scudetto. Il contrasto tra la magica serata di Champions contro il Manchester City e i ripetuti passi falsi in campionato rende la situazione ancora più difficile da accettare.

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  • Paul Krugman lascia il New York Times

    Paul Krugman, figura centrale nel dibattito economico e politico globale, ha lasciato il New York Times dopo quasi venticinque anni di editoriali che hanno plasmato l’opinione pubblica su temi come l’ineguaglianza, la globalizzazione e la crisi finanziaria. Con il suo stile schietto e analisi brillanti, Krugman ha portato l’economia fuori dalle accademie per renderla accessibile a milioni di lettori.

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  • Amici di una vita di Hisham Matar

    Hisham Matar, con Amici di una vita, esplora magistralmente il peso dell’esilio e dell’amicizia in una narrazione intima e profonda. Attraverso la storia di Khaled, un libico esule a Londra dopo il massacro del 1984 davanti all’ambasciata libica, il romanzo intreccia il personale e il politico, scavando nelle ferite lasciate dall’oppressione e dalla distanza dalla patria.

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  • Chi ha vinto e chi ha perso in Siria

    In attesa di capire le prossime mosse della guida spirituale della Repubblica Islamica dell’Iran, Ali Khamenei, la caduta del regime di Bashar al Assad è un terremoto geopolitico che ridefinisce il Medio Oriente e consacra Ankara come il vincitore strategico della crisi siriana, con Teheran e Mosca costrette a incassare una sonora sconfitta.

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  • Il perdono di un padre

    Hunter Biden, al centro di polemiche da anni, era stato condannato per due reati: aver mentito sull’acquisto di un’arma omettendo la sua tossicodipendenza e per evasione fiscale, nonostante avesse successivamente sanato i suoi debiti con l’erario. Entrambi i casi avrebbero potuto portarlo in carcere, con una sentenza attesa nei prossimi giorni.

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  • La crisi paradossale di Guardiola

    Pep Guardiola si è improvvisamente scoperto fragile: prima di battere il Nottingham Forest, il Manchester City aveva infilato un pareggio e sei sconfitte in sette partite. Ma nulla nasce dal caso, e le ragioni di questa crisi sono tante, forse troppe.

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  • La cinghia di Elon Musk

    L’obiettivo del nuovo Department of Government Efficiency, annunciato da Elon Musk durante la campagna elettorale, è ridurre la spesa pubblica di 2.000 miliardi di dollari entro diciotto mesi, pari a un terzo del bilancio federale. Una proposta ambiziosa che solleva dubbi sulla sua realizzabilità e sugli effetti concreti.

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