Il Parlamento Europeo ha approvato  l’Asap, l’Act in Support of Ammunition Production, e il Partito Democratico, come scrivono i giornali, vota in tre modi diversi sulla decisione di usare i fondi del Pnrr per finanziare armi da mandare all’Ucraina.

La questione si presenta in modo diverso e sembra essere stata amplificata per trasformare un voto sostanzialmente compatto del Parlamento europeo in una presunta frattura italiana che mira a evidenziare la fragilità della leadership di Elly Schlein.

Il voto

Per quanto riguarda l’Asap, l’unico aspetto vero è che la delegazione del Pd ha espresso tre diverse posizioni: 10 europarlamentari si sono espressi a favore dell’Asap, quattro si sono astenuti e Massimiliano Smeriglio, non iscritto al Pd, ha votato contro.

Tuttavia, è importante sottolineare che questo dissenso interno al Partito Democratico non ha avuto alcuna rilevanza ai fini dell’approvazione complessiva dell’Asap, che ha ottenuto 446 voti favorevoli, 67 contrari e 112 astensioni. Quindi, il dibattito riguarda principalmente il posizionamento all’interno del panorama politico del centrosinistra italiano.

ASAP

L’Asap, acronimo inglese di Legge a supporto della produzione di armamenti, ha sollevato polemiche riguardo alla sua fonte di finanziamento. Tuttavia, è importante chiarire che i fondi per l‘Asap non vengono sottratti a sanità e welfare come temono alcuni.

L’obiettivo principale dell’Asap è rifornire gli arsenali dei paesi membri dell’Unione Europea che hanno fornito supporto all’Ucraina durante il conflitto in corso. È comprensibile che, dopo aver fornito armi in sostegno a Kiev, gli Stati membri dell’UE debbano garantire la propria difesa e non rimanere impreparati.

Poiché la necessità di sostenere l’esercito ucraino potrebbe protrarsi nel tempo, il Consiglio dell’UE, la Commissione Europea e il Parlamento stanno cercando di accelerare il processo di ricostituzione degli arsenali, che solitamente richiede tempi lunghi. Fino ad ora, non c’è stata un’urgenza simile per produrre consistenti quantità di armamenti nel mercato europeo in breve tempo.

Per evitare sprechi e duplicazioni, è necessario coordinare questa nuova fase di gestione della difesa comune a livello europeo, come richiesto da molti politici e perfino da alcuni pacifisti. L’obiettivo è evitare di avere 27 piccoli eserciti inefficaci ma costosi all’interno dell’UE, invece di una struttura coerente e, se necessario, efficace.

Acquisti comunitari

Parallelamente all’Asap, il Parlamento europeo sta lavorando per incentivare gli acquisti comuni di armi all’interno dell’UE, con l’obiettivo di aumentare la quota di acquisti comuni dal 18% del 2021 al 35%.

È importante sottolineare che questi punti sono generalmente condivisi e considerati positivi. Ciò che sembra suscitare preoccupazione in Italia è la fonte dei 500 milioni di euro necessari per coprire le spese dell’Asap.

I fondi

Di seguito riporto i due passaggi in questione, tradotti e resi più argomentati:

The financial envelope for the implementation of the Regulation for the period from the date of its entry into force to 30 June 2025 shall be EUR 500 million in current prices. The impact on the multi-annual financial framework period in terms of required budget and human resources is detailed in the legislative financial statement annexed to the proposal and will be met from the available resources of the Multiannual Financial Framework 2021-2027.

Il primo passaggio indica che le risorse necessarie per l’attuazione del Regolamento nel periodo compreso tra la data della sua entrata in vigore e il 30 giugno 2025 ammontano a 500 milioni di euro a costo corrente. L’impatto sul quadro finanziario pluriennale in termini di bilancio e risorse umane è dettagliato nella relazione finanziaria legislativa allegata alla proposta e sarà coperto dalle risorse disponibili del Quadro Finanziario Pluriennale 20212027. È difficile contestare questa affermazione, poiché è logico che le risorse necessarie derivino dal bilancio comunitario 2021-2027.

Successivamente, viene menzionato il presunto sottrarsi di risorse destinate a welfare e sanità dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR):

When proposing amended or new Recovery and Resilience Plans, in accordance with Article 21 of Regulation (EU) 2021/241 of the European Parliament and of the Council4 , Member States should be able to propose measures which also contribute to the objectives of this instrument. To this end, measures linked to proposals submitted to a call for proposals under the Instrument, which were awarded a Seal of Excellence in accordance with the Instrument, should particularly be considered by Member States. 

In pratica significa che se alcuni paesi, come l’Italia, intendono proporre revisioni ai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza già concordati, possono utilizzare questa opportunità per destinare una parte delle risorse non utilizzate al programma ASAP. Questo eviterebbe una riduzione delle quote che tali paesi riceverebbero da altre voci del bilancio comunitario. La scelta spetta al paese e rappresenta un’opportunità, non un obbligo. Non ci sono vincoli per l’Italia, ma piuttosto una possibilità di utilizzare le risorse in modo flessibile per rispondere alle esigenze contingenti.

Prospettive

Ma quanti sono realmente questi soldi di cui stiamo discutendo? Per avere una visione chiara, dobbiamo considerare che il PIL dell’Italia rappresenta solo l’11,3% di quello dell’Unione Europea a 27.

Se l’onere per assegnare i fondi Asap fosse proporzionale alla dimensione delle economie, l’Italia dovrebbe contribuire con 56,5 milioni di euro.

Considerando che il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) ha un valore complessivo di 205 miliardi di euro, anche se l’intera quota italiana fosse esclusa da questa dotazione – cosa che comunque non avverrà e che non riusciremo mai a spendere per intero – si tratterebbe solo dello 0,03% del totale.

È sorprendente che in Italia si dedichi così tanto tempo a discutere come utilizzare lo 0,03 per cento di un programma di investimenti pubblici così vasto, trascurando completamente il restante 99,97 per cento.

I critici, dunque, dovrebbero innanzitutto comprendere cosa stanno criticando.