Rivedo per l’ennesima volta il filmato di Berlusconi in cui, da cialtrone qual’è, offende verbalmente la signora di Green Power per il solo gusto di farlo. Non mi capacito di come un personaggio che è sulla cresta politica mondiale da un ventennio, riesca ad essere contemporaneamente cafone e simpatico, e nessuno – a parte i soliti editorialisti e showman televisivi della parte avversa – osi mai, e dico mai, contraddirlo o fargli notare, con o senza il rispetto che merita, di quanto scadenti siano le sue allusioni sessuali.

Per di più, leggendo un post di Angela Mauro, mi accorgo che un bel po’ di colpa adesso ricade sulla ragazza in questione – tale Angela Bruno – solo perché non ha risposto prontamente al Cavaliere. Dico questo perché, senza giustificare l’ingiustificabile, la cosa ormai non mi scompone più di tanto. Del resto ci siamo talmente abituati al sessismo e al maschilismo all’ennesima potenza del Cavaliere, che qualsiasi cosa dica o faccia non fa altro che accrescere la sua autostima e a far cadere il nostro senso del pudore. Però mi rendo conto che Berlusconi non sta facendo nulla di diverso di ciò che noi facciamo quotidianamente.

Alzi la mano il maschietto che non ha mai fatto allusioni sessuali quando una collega, un’amica o semplicemente una compagna di scuola, risponde con un’innocentissima defaillance ad una nostra domanda posta all’improvviso. Chi è quel maschio italiano che non ha mai fatto allusioni erotiche ad un’amica beccandosi un leggero buffetto senza nemmeno farci caso perché “tanto siamo amici”.

Ecco, sta tutto qui il sessismo di Berlusconi con la signora Angela Bruno: il Cavaliere mette in mostra tutto il suo essere italiano nei confronti del sesso opposto, esattamente come facciamo noi uomini nella stessa situazione. Ci si stupisce poi che lo continui a fare anche se la settimana precedente si è sentito addosso gli impropri dei commentatori giornalistici. Lo critichiamo, lo denigriamo, lo apostrofiamo con tutti gli epiteti che la lingua italiana concede. Però siamo dispostissimi a soprassedere se lo stesso errore lo commettiamo noi: mica siamo Berlusconi!

E difatti. Oggi mi facevano notare che la differenza sta nella caratura del personaggio. Vero! Ma il personaggio prima di essere personaggio è soprattutto un uomo in grado di capire la differenza tra una cosa sbagliata ed una giusta; capace di comprendere gli errori e non commetterli una seconda volta; capace di essere una persona corretta con tutti – non solo col gentilsesso – perché è la cosa più giusta da fare. E quell’uomo non è Berlusconi, siamo tutti noi. Solo quando riusciremo a comportarci di conseguenza potremmo distinguerci dall’uomo di Neanderthal.

Per il momento possiamo continuare a chiamarci Silvio.