Domenica 24 e lunedì 25 si vota per rinnovare il Parlamento italiano. Quarantasette milioni di italiani sono chiamati ad eleggere i propri rappresentanti alla Camera e al Senato, senza però poter esprimere il voto di preferenza ma solo il voto alla lista che li include. Le schede elettorali saranno di due colori: gialla per il Senato; rosa per la Camera. Possono votare i diciottenni per la Camera, servono 25 anni per la preferenza al Senato. Possono votare inoltre gli infermi che, ai sensi dell’articolo 1 del Decreto Legge numero 1/2006 e le sue conversioni, si trovano impossibilitati a recarsi al seggio di appartenenza, e quindi esprimeranno il voto direttamente da casa.

COME SI VOTA. Per esprimere correttamente il proprio voto bisogna barrare SOLO il simbolo della lista prescelta. L’errore comune è dato dal fatto che i simboli dei partiti sono uniti agli altri della coalizione che ne fanno parte; evidenziando più simboli – anche per errore o caso fortuito – automaticamente si annulla la scheda. Si vota dalle 8 alle 22 di domenica 24 febbraio; dalle 7 alle 15 di lunedì 25 febbraio. Lo spoglio procederà immediatamente dopo il voto. Si vota anche per le elezioni regionali in Lombardia, Lazio e Molise. Le schede delle regionali sono di colore verde; a differenza delle politiche nazionali, per le elezioni regionali è permesso il voto di preferenza (si vota il candidato).

GLI SCHIERAMENTI. Alla guida del centrodestra è chiamato ancora una volta Silvio Berlusconi, che però non è il candidato premier – lo sono Angelino Alfano per il Pdl e Giulio Tremonti per la Lega – ma solo il leader della coalizione. Ne fanno parte PdL, Lega Nord, Fratelli d’Italia, La Destra, Grande Sud-Mpa, Partito Pensionati, Mir, Intesa Popolare e Liberi da Equitalia. Stando ai sondaggi di due settimane fa (e quelli segreti di ieri) la coalizione guidata dal Cavaliere non dovrebbe arrivare oltre il 20%.

Per il centrosinistra il candidato premier è Pier Luigi Bersani del Partito Democratico. Fanno parte della coalizione che appoggia Bersani il Pd, SEL di Nichi Vendola, Centro Democratico di Bruno Tabacci, il Partito Socialista Italiano, Svp e il Megafono di Crocetta, governatore della Sicilia. Nei sondaggi il centrosinistra è il favorito con un accredito di oltre il 30% delle preferenze.

Al centro si affida Mario Monti con la sua Scelta Civica con Monti per l’Italia insieme all’Udc di Casini e a Fli di Fini. Nei sondaggi il premier uscente è dato sotto il 10%, le liste collegate ancora meno.

Gli altri schieramenti sono costituiti da Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia sostenuto da Verdi, Italia dei Valori, Partito dei Comunisti Italiani e Partito della Rifondazione Comunista; dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, e da FARE per fermare il declino di Oscar Giannino. L’unico accreditato dai sondaggi a superare la quota di sbarramento sia alla Camera (4%) che al Senato (8%) è il Movimento 5 Stelle che arriverebbe ben oltre il 15%. Le altre due liste, Fare e Rivoluzione civile, avranno non pochi problemi a portare qualche rappresentante in Parlamento.