Il dato che maggiormente impressiona in queste amministrative, è sì la flessione impietosa del Pdl, ma soprattutto la scomparsa ovunque delle forze centriste.
Un dato che, a seconda di come lo si guardi, denota una distanza abissale dalla politica nazionale, ma che allo stesso tempo identifica l’antipolitica per quella che è. L’exploit di Grillo ne è una diretta conseguenza, non solo per i numeri che il suo movimento ha preso al nord, ma soprattutto per come vanno visti i risultati di questo weekend.
La Lega è implosa come ci si aspettava, con il solo Tosi a reggere tutto il peso in quel di Verona, anche se la città non aveva – secondo me – altre alternative al maroniano; nei comuni lombardi, specialmente nel brianzolo, ha perso tutti i sindaci uscenti e spesso si è ritrovata senza nemmeno un candidato a lottare per il secondo turno. Il Pdl che – per demerito di Berlusconi o per una cattiva gestione del segretario Alfano – non è riuscito a trasportare quel poco consenso nazionale che ancora aveva nella gestione locale, con La Russa che s’arrabbia dicendo di aver sbagliato i candidati: è il coordinatore che amministra la politica del partito, se qualcuno deve pagare, quello è proprio La Russa.
Il Pd che ha avuto il merito, e solo quello, di continuare a dettare l’agenda nazionale al governo Monti trasportando l’ardore e il momentum ai candidati di queste amministrative. Il Pd non ha vinto, è un dato acclarato, ma tra i partiti che sorreggono la maggioranza a palazzo Chigi è l’unico che ha resistito allo tsunami dell’antipolitica. Indubbiamente va dato merito a Bersani di questo, ma non si può cantare vittoria, perché non è una vittoria.
Il Terzo Polo probabilmente è quello che ha perso più di tutti, più della Lega e più del Pdl. Diversamente dal Pd, Casini e compagni non hanno retto nel medio termine l’appoggio a Monti. Il dato è particolarmente strano per i moderati di destra, perché nulla faceva presagire una disfatta di tale portata. Le loro ambizioni si sa, sono enormi, ma un ristagnamento delle posizioni già alle amministrative è un segnale che deve far pensare anche alla luce delle future campagne nazionali a favore del premier Monti. L’Udc, dicono, si sta avviando ad una riflessione, doverosa, che non fa presagire nulla di buono. Nel frattempo credo vada anche approfondito il dibattito politico all’interno di tutto il Terzo Polo: Casini Rutelli e Fini devono necessariamente capire che tipo di partito moderato vogliono creare e in cosa sperano per il futuro. In ballo ci sono le politiche del 2013, e un altro passo falso dei centristi è inimmaginabile.
In tutto questo marasma generale, Grillo vagheggia di Parlamento e percentuali bulgare. Del resto però è giusto che il comico genovese festeggi: è l’unico ad aver vinto davvero.
Rispondi