Sin dall’elezione per il Presidente della Repubblica ci si è resi conto che alcune correnti all’interno del Pd lavoravano per sovvertire la linea politica del partito perseguendo l’obiettivo di un governo con il Pdl. Come voi ho letto dei tanti iscritti che hanno bruciato la tessera all’indomani della bocciatura di Prodi e della riconferma a Napolitano. Io, al contrario, credo sia invece più giusto tenersela ben stretta quella tessera perché solo con quella tessera si potrà dare una mano al cambiamento, e anzi si deve trovare nuova linfa fra i giovani e i meno giovani per essere quanti più possibile al momento del voto congressuale. Oggi ci vogliono appioppare Finocchiaro o Cuperlo (o Speranza, addirittura) per la reggenza fino a ottobre; domani saremo noi iscritti a decidere quale segretario vogliamo.

In vista dell’assemblea nazionale di sabato 11 maggio a Roma, i ragazzi e le ragazze di #OccupyPd si sono dati appuntamento davanti alla Nuova Fiera (il luogo dell’assemblea) alle 9.30, per dare ai delegati le loro tre richieste da portare in riunione: resettare la classe dirigente; congresso aperto con primarie; trasparenza assoluta del Pd e tempi certi sulla durata del Governo Letta. Le tre richieste, a guardarle bene, sono sia protesta che proposta, tant’è che la dirigenza del Pd inizia a palesare preoccupazione. Stamattina il segretario dei Giovani Democratici, il deputato Fausto Raciti, ha inviato una lettera ai ragazzi chiedendo un incontro per venerdì pomeriggio alle 17 a Roma. A prima lettura sembrerebbe un’apertura, e sicuramente lo è. Raciti e i giovani deputati firmatari hanno però dimenticato che #OccupyPd non è un’organizzazione strutturata, e quindi organizzata, ma un gruppo di ragazzi e ragazze con la sana voglia di cambiare il Pd dando spazio alle realtà finora precluse. Partendo da questo assunto, la risposta del collettivo verte proprio su questo punto:

Caro Raciti,
abbiamo ricevuto la vostra lettera aperta, in cui chiedete a noi di #occupyPD un’occasione di confronto prima dell’assemblea di sabato 11. L’invito è per venerdì alle 17 a Roma.
Noi siamo come sempre disponibili al dialogo, ma forse vi è sfuggito che come #occupyPD ci siamo dati appuntamento per sabato mattina alle 9.30 davanti all’Assemblea Nazionale, dove confluiremo da tutta Italia per chiedere a gran voce il reset della dirigenza che ci ha portati a questo disastro, un congresso il più aperto possibile e con le primarie -com’è sempre stato-, e risposte chiare sui tempi e gli obiettivi di questo governo.
È fondamentale che il partito riallacci i fili dell’ascolto con la sua base, con iscritti, militanti ed elettori, che in queste ultime settimane si sono sentiti esclusi e calpestati da scelte che non sono state frutto di un dibattito ampio e partecipato ma che all’opposto sono state scelte di pochi, come il becero tradimento dei 101.
E noi sabato mattina saremo davanti all’Assemblea, non per fare un’azione di disturbo, ma per dire che in questo partito ci siamo anche noi, e che non siamo più disposti a non essere ascoltati. Che se 101 hanno distrutto, “siamo più di 101” a voler ricostruire.
Senz’altro per ripartire da idee nuove e capire su quali valori dovrà fondarsi il PD che verrà, ci sarà da discutere tutti insieme. Ma la sede non può che essere un percorso congressuale che coinvolga tutti coloro che vorranno partecipare, e per questo ci opporemmo a qualsiasi tentativo della dirigenza di chiudere il partito su se stesso, proprio nel momento in cui ci salviamo soltanto se spalanchiamo con decisione le finestre e ricominciamo ad ascoltare e discutere per davvero.
Purtroppo, siccome ci muoviamo con i nostri mezzi, e molti di noi si sono organizzati con pulmini o hanno prenotato treni tra la notte di venerdì e la mattina di sabato, ci è impensabile riuscire ad essere a Roma venerdì alle 17 per incontrarvi e poi pagarci una notte lì. Ma ci troverete sabato mattina, disponibilissimi ad un confronto, davanti all’Assemblea dove sarete anche voi. E dove chiederemo a tutti i delegati di farsi portavoce di queste nostre istanze.
Un caro saluto

Sono molti i circoli che aderiranno all’iniziativa, in tanti si sono organizzati con macchine e pullman per essere sabato a Roma e occupare riprendersi il Pd. Raciti nella sua lettera chiudeva con “Perché il Pd siamo anche noi”, io dico che il Pd siamo noi: riprendiamocelo!