Il Senato approva la cancellazione del reato di clandestinità” titolava ieri Repubblica. E quindi uno pensa che alla fine ce l’hanno fatta ad abrogare la norma di quell’insulsa legge (la Bossi-Fini) che da cinque anni ci obbliga a fare a botte con i clandestini. Uhm, piano: rileggendo il testo non è proprio così, però tutti sbraitano il contrario.

In pratica la maggioranza ha ceduto al diktat di Alfano che chiedeva di mantenere ‘simbolico’ (chissà che vuol dire…) il reato di clandestinità della Bossi-Fini. Il governo, con un emendamento al ddl sulle pene alter­na­tive al car­cere in discussione al Senato, ha di fatto abrogato il reato facendolo diventare – o ri-diventare, come richiesto dalla Corte di giu­sti­zia euro­pea che nel 2010 vietò il car­cere per chi veniva tro­vato senza documenti – un illecito amministrativo punito con un’ammenda e l’espulsione. Ma se il reato viene depenalizzato dalla porta, l’illecito penale rientra dalla finestra.

Difatti, nella norma, è contemplato che la recidiva viene condannata con il carcere nel caso che il clandestino non rispetti l’ordine di lasciare il paese, o se non rispetta gli altri provve­di­menti amm­ni­stra­tivi emessi nei suoi con­fronti (ad esem­pio l’obbligo di pre­sen­tarsi in questura). In quel caso il reato ritorna ad essere considerato penale anche se non punibile con il car­cere come da sentenza della Corte europea.

Personalmente ritengo doveroso abrogare il reato penale; mi lascia quindi interdetto che si continui a strumentalizzare la con­di­zione esi­sten­ziale di chi, alla ricerca di un’opportunità di vita e di futuro, si trova irre­go­lar­mente nel nostro paese. Questa nuova norma alla fine è il solito pastrocchio italico perché accontenta tutti: chi ha votato a favore (Pd, M5S, Ncd e Sc) perché potranno dire di aver eliminato un reato abominevole; la Lega, che ha rico­min­ciato ad agi­tare lo spau­rac­chio di impro­ba­bili inva­sioni, perché avrà spazio per dire che la forza padana ha mantenuto una ‘legge giusta’. Poi, logico: ‘giusta’ e ‘buona’ nella stessa frase era troppo anche per loro…