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Leggendo dell’agenda del ministro Kyenge pubblicata sulla Padania, ripenso al reato di clandestinità che la Bossi-Fini coraggiosamente contempla. Quell’abominio di legge punisce la con­di­zione esi­sten­ziale di chi, alla ricerca di un’opportunità di vita e di futuro, si trova irre­go­lar­mente nel nostro paese. Considerata la caratura della classe politica italiana degli ultimi vent’anni, proporrei a questo punto di intro­durre – tutt’al più per controbilanciare – anche il particolare penale della povertà. Son convinto che i sostenitori della normativa non avranno granché da ribattere, tranne che il reato di clandestinità lo troviamo pure negli ordi­na­menti di altri stati occidentali “liberi”. Quindi propongo di introdurre un secondo ordinamento – la pena di morte – dato che viene contemplata in sette stati occidentali considerati, appunto, liberi.