Amici di una vita di Hisham Matar, esplora magistralmente il peso dell’esilio e dell’amicizia in una narrazione intima e profonda. Attraverso la storia di Khaled, un libico esule a Londra dopo il massacro del 1984 davanti all’ambasciata libica, il romanzo intreccia il personale e il politico, scavando nelle ferite lasciate dall’oppressione e dalla distanza dalla patria.

Hisham Matar è uno scrittore che porta sempre con sé il peso della storia, il proprio e quello del suo Paese. Con Amici di una vita, il suo ultimo romanzo, riesce a intrecciare la nostalgia di chi vive in esilio con la brutalità della violenza politica, costruendo una narrazione che si muove tra il personale e il collettivo. È una storia che non si accontenta di raccontare: indaga, riflette, si sofferma sui dettagli, e ci trascina in un viaggio emotivo e intellettuale che rimane addosso.

Il libro si apre con un’immagine quotidiana, quasi banale: Khaled, il protagonista, cammina di sera da King’s Cross verso casa, un tragitto che diventa il filo conduttore di un lungo monologo interiore. Quella camminata, però, non è solo uno spostamento fisico, ma una vera immersione nei ricordi e nei rimpianti che hanno plasmato la sua vita. Ed è qui che Matar dimostra la sua maestria: in quello spazio ristretto, apparentemente statico, costruisce una narrazione ricca di salti temporali e geografici, che ci porta indietro di decenni, nella Libia degli anni ’80, e poi avanti, nella Londra di oggi.

Al centro della storia c’è un’amicizia complessa e tormentata

Quella tra Khaled e Hosam, un intellettuale ribelle le cui parole ascoltate per caso alla radio cambiano per sempre il destino del protagonista. Ma questa non è la solita celebrazione del valore dell’amicizia: è un’analisi profonda delle ambiguità, delle incomprensioni e delle ferite che anche i legami più forti portano con sé. Hosam, con il suo coraggio quasi temerario, è un personaggio magnetico, eppure distante. Khaled lo ammira, lo teme, e soprattutto lo invidia per quella libertà di agire che lui stesso si sente negata.

La narrazione si intreccia con eventi storici reali, in particolare con il tragico episodio del 1984, quando una protesta contro Gheddafi davanti all’ambasciata libica a Londra si trasformò in un massacro. È un momento che segna in modo irreversibile la vita di Khaled: da semplice studente in vacanza, si ritrova ferito, impossibilitato a tornare in patria, e costretto a reinventarsi in un Paese che non sente suo. La descrizione di quel giorno, e delle sue conseguenze, è uno dei punti più intensi del romanzo: Matar non indulge mai nel melodramma, ma il peso di quella violenza si avverte in ogni parola.

La scrittura di Matar è il cuore pulsante del libro

Il suo stile, asciutto e insieme poetico, riesce a catturare le emozioni più sottili senza mai esagerare. Ogni frase sembra scolpita, ogni dialogo pesa come un sasso gettato nel mare calmo. È una scrittura che richiede attenzione, che non si accontenta di intrattenere ma chiede di essere vissuta, pensata, metabolizzata. E, soprattutto, è una scrittura che riflette perfettamente lo stato d’animo del protagonista: quel senso di sospensione, di appartenenza incompiuta, di desiderio mai davvero soddisfatto.

In Amici di una vita, Matar esplora uno dei temi a lui più cari, quello dell’esilio, ma lo fa da una prospettiva diversa rispetto ai suoi libri precedenti. Qui non si tratta solo di una distanza geografica o politica, ma di un’esclusione più profonda: Khaled non è solo lontano dalla sua casa, ma anche dal suo passato, dai suoi sogni, da se stesso. La sua storia è quella di un uomo che vive in bilico tra il desiderio di tornare indietro e la consapevolezza che quel ritorno è impossibile.

Il romanzo non è privo di momenti di speranza, ma è una speranza fragile, tenue, che emerge soprattutto nel rapporto tra Khaled e i pochi amici che lo circondano. Matar ci ricorda che, anche nei momenti più bui, sono i legami umani a darci forza, anche quando sono imperfetti, anche quando ci fanno soffrire. «Amico. Che parola.» – dice Hosam a Khaled in un passaggio fondamentale del romanzo – «Molti la usano per persone che quasi non conoscono. Invece è una cosa prodigiosa

Amici di una vita è un libro che richiede impegno, che non si lascia leggere con leggerezza. Ma è anche un libro che offre una ricompensa rara: una comprensione più profonda di cosa significhi essere umani, vivere nel mezzo della storia, e cercare di trovare un senso in un mondo che spesso sembra volerci strappare via tutto.