La Lega nella bufera dopo l’avvio dell’inchiesta sull’ormai ex tesoriere Francesco Belsito. Dalle carte e dagli interrogatori, continuano ad emergere particolari sui soldi gestiti da Belsito. Nella cassaforte dell’ex tesoriere trovato fascicolo “The family”. Oggi consiglio federale con le possibili dimissioni di Bossi e l’arrivo di un reggente.
Soldi leghisti alla famiglia Bossi. E’ quanto emerge dagli atti dell’inchiesta delle procure di Milano, Napoli e Reggio Calabria che vede indagato per appropriazione indebita, truffa ai danni dello Stato e riciclaggio, l’ex tesoriere del carroccio Francesco Belsito.
Ma le ultime novità nello scandalo che sta mettendo a soqquadro la Lega Nord sono che nella cassaforte del tesoriere della Lega Francesco Belsito tra la documentazione contabile sequestrata ieri dai carabinieri del Noe e dalla Guardia di Finanza vi è anche una cartella con l’intestazione “The family”.
L’ipotesi degli investigatori è che i documenti siano relativi alle elargizioni ai familiari del leader del Caroccio Umberto Bossi. Gli atti sono all’esame del pm di Napoli, Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli e John Henry Woodcock.
I contenuti di numerose intercettazioni avviate dalla Procura di Napoli rivelano ad esempio come il 26 febbraio scorso l’impiegata del Carroccio Nadia Dagrada – alla vigilia della convocazione che l’ex tesoriere riceve da Bossi a causa di numerose richieste di estromissioni di Belsito da parte di diversi rappresentanti del partito – con aria preoccupata parla con Francesco Belsito dei conti del Senatùr, di carte e documenti che devono sparire, delle spese della moglie e dei figli di Bossi. I due entrano nel dettaglio: parlano dei costi dei tre diplomi di Renzo Bossi pagati con i soldi della Lega, 300mila euro destinati alla scuola Bosina di Varese della moglie del leader leghista, Manuela Marrone, che Belsito non sa come giustificare. E poi ancora ci sono i 50mila euro della macchina del “Principe”, così viene soprannominato Renzo Bossi. Soldi, soldi e poi ancora soldi come i 250mila destinati alla scorta del Trota. Belsito e Dagrada continuano. L’ex tesoriere tira in ballo anche Rosy Mauro: pure lei ha ricevuto diverse somme, senza contare dei 300mila euro dati al sindacato padano SinPa da lei fondato.
La bufera non riguarda solo la famiglia Bossi. Al centro delle indagini degli inquirenti ci sarebbero degli affari poco chiari, movimenti circolari di denaro giustificati con fatture fittizie che riguarderebbero diverse società quali la Siram, colosso dei servizi energetici, la Polares Carl e la Marco Polo Technology. Padrino di questo gioco delle tre carte sarebbe proprio Belsito. Coinvolto anche l’affarista veneto Stefano Bonet.
Intanto oggi presso la sede della Lega in via Bellerio, ci sarà un infuocato consiglio federale nel quale verrà eletto il nuovo tesoriere del Carroccio, mentre c’è chi spinge per un passo indietro dello stesso Bossi.
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