La rata dell’Imu di giugno per la sola prima casa è stata sospesa fino al 16 settembre ma Berlusconi canta vittoria come se il provvedimento fosse un suo successo. Succede anche questo – o soprattutto questo – quando un governo che doveva essere di centrosinistra diventa di “larghe intese”. Il governo Letta è riuscito, con moltissima fatica, a trovare un miliardo di euro per rinnovare la cassa integrazione in deroga; ma dovrà fare i salti mortali per trovarne altri quattro entro il 31 agosto per abolire definitivamente l’Imu sulla prima casa. Nel frattempo, con lo slittamento della rata di giugno, lo Stato dovrà anticipare circa due miliardi ai comuni per il mancato introito. Quanto alla vittoria di Berlusconi, siamo ormai abituati al modo demagogico e spesso irreale di girare le notizie a suo uso e consumo, stavolta però è peggio di una vittoria di Pirro.

L’insolenza del Cavaliere ha gioco facile perché ha dalla sua un elettorato che si beve tutto ciò che dice; la distorsione della realtà, il rovesciamento della realtà, ha fatto in modo che il “metodo Berlusconi” prosperi da vent’anni. In quanti del centrodestra si ricordano che l’Imu l’ha approvata l’ultimo governo Berlusconi a pochi mesi dalle dimissioni con il DL 23 del 14 marzo 2011 (il famoso “Decreto sul Federalismo fiscale”)? Se siamo fortunati li possiamo contare con le dita di una sola mano.

Ieri Berlusconi diceva: ” Imu nostro successo, ora tocca a Equitalia“. Equitalia, ovvero la SpA a totale partecipazione pubblica (51% Agenzia delle Entrate, 49% Inps) messa su nel 2005 con la riforma della riscossione entrata in vigore con l’art. 3 del DL n. 203 del 30 settembre 2005 e convertito nella legge n. 248 del 2 dicembre 2005. E chi c’era al governo in quei mesi del 2005? Strano, eh?

Equitalia, sì, che ieri dismetteva ufficialmente la concessione esattoriale e seimila degli ottomila comuni italiani non si sono attrezzati per una riscossione alternativa. Ciò porterà, inevitabilmente, ad un vuoto normativo in cui i cittadini non avranno nessuna costrizione nel pagamento delle tasse comunali – multe, servizi ecc. – mentre, dall’altro lato, i comuni che non hanno le risorse necessarie per autogestirsi faranno dei bandi di gara farlocchi nel quale vincerà il solito amico dell’amico.

Al Tg1 di ieri sera sentivo che la quota media dell’Imu che ogni famiglia paga è di 250€/anno. Col dovuto rispetto per chi è senza lavoro non mi sembra un cifrone, mentre lo sarebbe per i comuni che hanno già messo in bilancio la loro quota e che, specialmente quelli più piccoli, si troveranno un buco di alcuni milioni assolutamente non compensabili con altre entrate.