Se alla riunione ad ora di pranzo di ieri del Ppe si fosse saputo che avrebbe partecipato anche Monti, qualcuno – Berlusconi – non sarebbe venuto. In era democristiana il termine esatto sarebbe stato “chiarimento”, oggi si chiama epurazione. E l’epurazione riguarda la sempre più probabile espulsione di Berlusconi e del Pdl dai popolari europei, specialmente a fronte del discorso a ruota libera fatto al tavolo da Monti, il quale, senza peli sulla lingua, ha ripercorso la trama di chi ha portato alle sue dimissioni.

Il Cavaliere risponde, male, balbettando e arrampicandosi sugli specchi su argomenti talmente imbarazzanti che nella contro-risposta Monti ci è andato giù così pesante che Berlusconi sogna ancora il tuono del premier. Nella sua balbettante difesa il Cav ha argomentato il suo stile europeista, l’appoggio incondizionato al governo Monti e chiudendo con il colpo di genio: Monti candidati.

Poi è venuto il turno dei leader europei: Merkel, Junker, Barroso, Rutte. Tutti incondizionatamente a favore di un Monti bis e tutti contro l’onda populista anti-comunitaria che serpeggia in alcuni partiti italiani (il riferimento alla Lega è chiarissimo), ma soprattutto implacabili sulla condotta irresponsabile di Berlusconi.

All’uscita della riunione, incontrando i giornalisti, Berlusconi è stato il solito sborone. «Mi hanno coccolato tutti» dirà. Dirà anche che erano tutti «sorrisi» con la Merkel e i leader del Ppe. Vaneggia di un’alleanza con Monti e la Lega, ma al momento di rispondere alla domanda sulla sua ricandidatura, la risposta la dice lunga: «Vediamo». Quel vediamo è un atto di sconfitta: pensava di aprire a Monti per poi affidare il comando al fido Alfano, ma il giochino è miseramente fallito. Monti ieri è stato lapidario: «Da Alfano è venuta una netta e radicale sfiducia nei miei confronti».

Il Pdl rischia dunque di spaccarsi sotto i colpi magistrali del suo fondatore e padrone. E intanto il Cavaliere continua a straparlare: «Non vogliono la sinistra al governo». Può darsi, visto che il Ppe è fondamentalmente un gruppo di destra. E’ certo però che non vogliono più Berlusconi e il Pdl.