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Alla fine ha mollato. Era nell’aria dopo la lunga serie di scandali che l’hanno reso inoffensivo: ieri Herman Cain ha deciso di lasciare la corsa alla presidenza americana.

Da oggi le primarie repubblicane saranno meno interessanti, perché senza Cain la politica a stelle e strisce è più insipida. Certo, la sua sfida per la nomination repubblicana è sempre apparsa improbabile anche se nelle ultime settimane era in testa a quasi tutti i sondaggi, ma la sola idea che le potesse davvero vincere lo avevano – e ci avevano – illuso di speranze e di poesia. Addio Herman, c’eravamo tanto amati!
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Ce lo aspettavamo, ma fa male lo stesso:

Il repubblicano Herman Cain ha annunciato di “sospendere” la campagna per la candidatura a sfidante di Barack Obama alle presidenziali del 6 novembre 2012. Cain è stato travolto dalla scandalo delle numerose amanti e delle donne che lo hanno accusato di essere molestate. Cain ha giustificato la sua decisione con con le ferite inferte “alla sua famiglia” da “false e non dimostrate” accuse di molestie, infedeltà”, per le quali “io comunque sono sereno”. Ex presidente della Federal Reserve di Kansas City, ed ex proprietario della catena di pizzerie ‘Godfather’s pizza’, Cain è stato accusato da almeno 4 donne di aver abusato sessualmente di loro.

Il boom nei sondaggi. Quando avevamo iniziato a parlare di Herman Cain sembrava il bigfoot della politica americana: le battute irriverenti sugli immigrati, i filmati politicamente scorretti con la sigaretta in bocca e il ghigno demoniaco, oppure il suo piano economico – il celeberrimo 9-9-9 – preso da un videogioco, il suo charme da pizzaiolo, il suo carisma che s’attaccava come le piattole. Tutte cose che rimarranno negli annali della storia americana.

Le accuse sessuali. Poi, quando la campagna elettorale è entrata nel vivo, sono arrivate le prime accuse a sfondo sessuale.  Tre sue collaboratrici, quando negli anni ’90 era alla guida dell’associazione ristoratori, lo avevano accusato di molestie. Poco dopo si è fatta avanti un’altra donna che lo accusava di aver fatto sesso con lui in cambio di un lavoro. Infine l’accusa che ha fatto sciogliere l’intero palazzo di ghiaccio: una sua ex collega lunedì scorso ha affermato di avere avuto con lui una «relazione sessuale non amorosa» durata 13 anni. «Relazione sessuale non amorosa»: se la portava a letto per giocare a Risiko?
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Il b-side. Ma il nostro Herman ha in mente un “Piano B”: «Sono stanco delle falsità della stampa. Non me ne starò zitto, non me ne vado. Se il piano A prevedeva di vincere la Casa Bianca per cambiare Washington dall’interno, con il piano B la cambieremo dall’esterno!» Ovazione dei fan. Ci auguriamo che a cambiare non siano solo gli ingredienti delle pizze…

Nella conferenza stampa di ieri si è detto “in pace” con Dio e con sua moglie Gloria, che, mano nella mano, lo ha accompagnato per l’annuncio ufficiale. E lei, Gloria, lo ha anche applaudito mostrandosi indifferente alle battute sarcastiche dei tanti comici che hanno presentato in tv, a modo loro, cosa avrebbe detto il marito ieri.

La paura degli avversari. Cain ha affermato che a breve annuncerà il suo sostegno ad uno dei candidati rimasti in corsa. Stranamente ho un flash con Gingrich, Perry e Romney che si toccano gli zebedei. Chissà perché.

I tre candidati rimasti staranno festeggiando la caduta dell’outsider che li aveva messi all’angolo con i media statunitensi. Ma in fondo in fondo, ne siamo certi, saranno dispiaciuti per il ritiro di Herman perché adesso saranno costretti a uscire dalla loro mediocrità e iniziare a far sul serio. Se ci riescono.
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