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Non vorrei ma devo: il disegno di legge firmato da Anna Finocchiaro e da altri senatori Pd, non soltanto era stato già presentato nella scorsa legislatura, ma faceva anche parte degli otto punti presentati da Bersani in campagna elettorale (e nello streaming con i grillini), inoltre non c’è una-parola-una che vieti ad un qualsiasi movimento (M5S compreso dunque) di presentarsi alle prossime elezioni o di ricevere il finanziamento pubblico ai partiti. C’è solo scritto che, per mantenere tutti i diritti attualmente previsti dalla legge, basta registrarsi in prefettura come personalità giuridica e seguire le regole di trasparenza che la norma prevede. Nella pratica è una riforma che consente una riduzione di quei fondi e la relativa assegnazione legata a norme di trasparenza e democrazia interna. È così difficile da accettare? Perché piuttosto non parliamo dei parlamentari 5Stelle che hanno tenuto tutta la diaria – tutti! – persino quelli che hanno residenza a Roma, e che quindi, non avendo spese aggiuntive rispetto a prima (l’alloggio ad esempio), si stanno mettendo in saccoccia qualcosa che va contro il loro stesso (non)statuto. A Grillo però conviene criticare il Pd per spaccarlo ancora di più, piuttosto che star dietro alle beghe interne che prima o poi, c’è da scommetterci, finiranno per implodere peggio di qualsiasi altro pd.