Domani e lunedì oltre nove milioni di elettori saranno chiamati ad eleggere 950 nuove amministrazioni locali. Il bagno di sangue nel centrodestra e le preoccupazioni del centrosinistra.
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Il test di oggi è importante soprattutto per sondare gli umori degli elettori al governo Monti. La maggioranza che lo sostiene – Pdl, Pd e Terzo Polo – lo sa e proprio per questo nascono i primi attriti al suo interno. In particolare è il centrodestra, smembrato dall’alleanza con la Lega, ad incorrere nei maggiori pericoli.
Nervi tesi e fibrillazione a mille. L’ultimo sondaggio Swg del 3 maggio, dava il Pdl in caduta libera sotto il 25 per cento, dato confermato dagli strani atteggiamenti dei colonnelli berlusconiani in questi giorni. Fabrizio Cicchitto si lamenta del «bombardamento fiscale» nei confronti degli imprenditori vicini al centrodestra, tanto da far chiedere al capogruppo alla Camera «una riflessione seria», subito dopo le amministrative, con tutte le forze che sostengono il governo.
A farla da padrone in questi ultimi giorni sono le parole di Pier Ferdinando Casini: «Finiamo la campagna elettorale e poi chiederò un appuntamento con Bersani e Berlusconi per sapere se vogliono continuare a sostenere il governo Monti, oppure se intendono continuare a cercare sempre nuovi argomenti per distinguersi». La risposta degli alleati arriva immediata. Prima parla la pidiellina Anna Maria Bernini la quale accusa il leader dell’Udc di essere il «don Chisciotte del governo»; dopo quella di Bersani: «Vedo che anche Casini si dedica alla pretattica. Noi non partecipiamo. Non siamo gente che trama alle spalle. Per noi si va al 2013. Chi ha intenzioni diverse non ce le attribuisca». Le parole di Casini puntano a dispensare consigli a chi, come aveva detto lo stesso Berlusconi non più tardi di una settimana fa, diceva di voler andare a votare in autunno.
Il risultato che uscirà dalle urne domani sera sarà importante non solo per i partiti che sostengono Monti, ma anche per la tenuta dello stesso premier. Il nervosismo del Pdl rischia di portare scompensi alla maggioranza e all’esecutivo: attualmente i comuni azzurri sono 18, mentre i rossi 8. Se verrà riconfermata la tendenza che partì lo scorso anno, i risultati potrebbero ribaltarsi con la conseguenza che il centrodestra non potrà – e non vorrà, sotto certi aspetti – continuare a fare la figura del partito che sostiene nuove tasse. Il primo punto su cui il Pdl non vorrà certo bissare la bandiera è proprio la riforma delle legge elettorale. Tutto dipenderà dai risultati odierni col Porcellum.
Paradossalmente, chi verrà favorito maggiormente dalle amministrative potrebbero essere i partiti che stanno all’opposizione o addirittura fuori dal Parlamento. Sempre secondo i sondaggi Swg, le forze politiche che oggi hanno più presa nell’elettorato sono il Movimento 5 Stelle di Grillo, e la Sinistra Arcobaleno che alle scorse elezioni non arrivò al fatidico 4 per cento. Entrambi sono dati in netto aumento, ed entrambi sono critici con Monti e la maggioranza che lo sostiene. Lega e Idv stanno sostanzialmente al palo con gli stessi numeri, anche se la Lega sta perdendo parecchio terreno in quelle regioni che prima la vedevano primo partito.
Il Terzo Polo sembra giocare una partita a se. Alle amministrative dell’anno scorso corse da sola a Milano, Napoli, Bologna e Torino. Oggi farà corsa solitaria a Belluno, Genova, Pistoia, Rieti e Trapani: cinque su ventisei comuni capoluogo, mentre negli altri sostiene il candidato di centrosinistra o di centrodestra.
La politica è in stallo, comunque la si vede appare frastagliata e disordinata. Non ci sono più quei partiti che fanno la differenza, ma partitucoli che sperano in un risultato sufficientemente buono per rimanere a galla.
Questo di oggi sarà un voto speciale e importantissimo per testare e tastare gli elettori: lo sanno anche i leader, tanto che le voci di un possibile incontro Alfano-Bersani-Casini all’indomani del voto amministrativo per discutere di legge elettorale e finanziamento ai partiti, sono state prontamente rispedite al mittente. Molto più probabile un incontro tra gli sherpa per discutere degli aspetti più tecnici della questione.
E se il risultato di domani vedrà prevalere l’antipolitica – letta non solo come l’esplosione di Grillo, ma soprattutto con un calo significativo dei partiti principali – dovranno necessariamente correre ai ripari approvando quanto prima una nuova legge elettorale e il dimezzamento dei rimborsi elettorali. Ma tutto dipenderà dall’esito di queste elezioni.
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