Centottanta euro per un piatto di spaghetti, altri 218mila per viaggi e soggiorni in hotel a 5 stelle. La relazione dei revisori contiene il dettaglio delle spese di viaggio dell’ex tesoriere della Margherita.
- L’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi
Non si è fatto mancare nulla Luigi Lusi, l’ex tesoriere della Margherita indagato dalla Procura di Roma per aver sottratto almeno 20 milioni di euro alle casse del partito. La maggior parte per acquistare immobili, soprattutto di lusso. L’ultima rivelazione arriva dal corposo dossier contabile ordinato dalla Margherita ad una società di consulenza, e consegnato ai Pm ne quale si analizzano centinaia tra fatture e ricevute emesse da Lusi ma intestate alla Margherita dal 2007 al 2011.
Subito salta agli occhi la mole di prelievi che l’ex tesoriere faceva in banca: circa 30mila euro al mese, 1 milione 339.110 euro in quattro anni. «Una cifra – scrive la società di consulenza – che mal si concilia con un partito che in quegli anni aveva pochissimi dipendenti e poche operazioni di piccola cassa». Poi ci sono i viaggi da sogno e i pernottamenti in hotel a 5 stelle per il quale Lusi ha pagato, nel 2011,218mila euro sempre a spese della Margherita: Bahamas, Parigi, Londra, New York e soprattutto Toronto, dove è nata la moglie e vive la famiglia, ma anche Genzano, vicino Roma,dove Lusi ha una villa.
La relazione dei revisori contiene il dettaglio delle spese di viaggio ma anche le ricevute di alberghi e ristoranti. Durante una cena il parlamentare è arrivato a spendere 180 euro per un piatto di spaghetti al caviale. Nella Margherita nessuno si sarebbe accorto di tutto questo, per Lusi invece tutti sapevano, come ha detto a Servizio Pubblico due sere fa. Frattanto i vertici del partito hanno deciso di querelarlo.
Lusi intanto, in un colloquio con il vice direttore di Libero Franco Bechis pubblicato oggi, ribadisce di aver distribuito finanziamenti nel partito, ma «prove scritte di questi finanziamenti non verranno mai alla luce» sottolinea l’ex tesoriere: «Non c’è niente di scritto, niente di scritto. Non c’è un’autorizzazione a spendere mille lire quando c’erano le lire, non c’è un’autorizzazione a spendere milioni, né migliaia, né centinaia, né decine di euro. Non c’è niente di scritto!».
«Stanno lavorando per massacrare me, sono stretto in una cinghia asfissiante» dice ancora l’ex tesoriere che certamente nei prossimi giorni verrà risentito dai magistrati per i quali c’è ancora molto da indagare.
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