Il giorno dopo l’invio della lettera programmatica in Europa e dell’accoglienza necessariamente positiva degli europei alle promesse italiane (potevano dire che non erano credibili, rischiando di far saltare tutta l’Europa?), per il governo è già finita la ricreazione. Il governo va sotto in Parlamento ed è costretto ad accettare alcuni emendamenti delle opposizioni tra cui quello che cancella il ponte sullo stretto di Messina, opera simbolo del Berlusconismo. La maggioranza si divide e si fa strada l’idea nel Pdl di far fare un passo indietro forzato a Berlusconi, con la conseguenza che le opposizioni si ritrovano unite nel far fronte comune. Perfino i sindacati dei lavoratori, Cgil, Cisl, Uil e Ugl si ritrovano uniti contro il governo dei licenziamenti.
Da La Repubblica, dall’articolo di Claudio Tito: «I tempi sono maturi, ma dobbiamo fare in fretta».
Di buon mattino Bersani e Casini si incontrano alla Camera. Non è un incontro di routine. Nonostante la tregua conquistata l`altro ieri da Berlusconi a Bruxelles, la faglia nel Pdl e nel governo si apre improvvisamente. Il malcontento nel partito di maggioranza relativa si acuisce proprio dopo la lettera inviata dal premier ai partner europei. Una rivolta che taglia trasversalmente i gruppi parlamentari di Camera e Senato. E che annovera tra i ribelli anche figure di spicco del Popolo delle libertà come Roberto Antonione, ex coordinatore nazionale di Forza Italia. Almeno dieci deputati e altrettanti al Senato sono pronti a dire “no” al Cavaliere. La paura che la missiva spedita al Consiglio europeo sia solo la base per un programma elettorale da presentare per il voto anticipato alla prossima primavera ha scosso buona parte dei parlamentari del Popolo delle libertà. La riunione organizzata l`altro ieri sera da Angelino Alfano con i ministri di Liberamente non è passata inosservata. «Pensiamo alle liste», ha detto il segretario pidiellino alla Gelmini, Frattini e Casero. Parole che hanno sospinto anche gli indecisi tra i mal contenti a schierarsi. La manovra, però, richiede tempi strettissimi. Non più di un mese. Con tappe scadenzate: un travaso dì deputati verso il gruppo misto, la ricerca di un incidente parlamentare, la formazione di un esecutivo di larghe intese. Con un programma limitato: l`emergenza economica, i provvedimenti promessi all`Unione europea per rimettere ordine nei conti pubblici e la legge elettorale. «Come può l`attuale maggioranza – si chiede Antonione – approvare leggi tanto delicate con due voti di scarto a Montecitorio?».
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