Chi è e cosa ha fatto Mario Monti l’ho scritto ieri sera subito dopo l’investitura del Capo dello Stato a Senatore a vita, oggi invece cerchiamo di capire chi potrebbero essere i ministri di un ipotetico governo Monti e perché verrebbero scelti.
Nel caso che Mario Monti ricevesse l’incarico dal Presidente della Repubblica di formare un nuovo governo, si sussurra in ambito parlamentare che il Professore si circonderebbe di una strettissima cerchia di ministri e sottosegretari. Si parla di dodici ministri assolutamente non politici, quindi solo dei tecnici, e di altrettanti viceministri e sottosegretari scelti dai partiti.
In tutto questo c’è naturalmente una logica, cerchiamo di scoprirla.
Nell’immediato periodo di crisi dei mercati di settimana scorsa, con lo spread che ballava talmente tanto che tutti gli analisti già capivano cosa sarebbe successo, Monti ha avuto una serie di incontri molto informali con i principali economisti europei. Gli incontri, senza finalità ben precise ma con lo scopo di far emergere il “personaggio” Monti, è stato per l’ex rettore della Bocconi molto proficuo: due giorni fa l’Handelsblatt, il “Sole 24 Ore” tedesco, quindi vicino al mondo imprenditoriale, ha scritto senza perifrasi: «Adesso è necessario con urgenza un nuovo inizio con un governo credibile, vale a dire senza Berlusconi. I mercati hanno bisogno di un pretesto» e il pretesto migliore sarebbe «la presenza di un autorevole tecnico» al vertice del governo. Praticamente l’identikit di Mario Monti.
Monti è la persona più meritevole per un governo tecnico che riformi l’economia esattamente come chiede l’UE. E’ questo il succo degli incontri avuti con i leader economici europei, e Monti ha il pregio di ricalcare i pensieri del mondo economico mondiale.
Pertanto, facendo un poderoso passo nel futuro con Mario Monti premier, sappiamo che i dodici ministri del suo governo saranno esclusivamente dei tecnici. I viceministri e i sottosegretari saranno invece scelti dai partiti che rappresenteranno la maggioranza di questo ipotetico esecutivo.
Iniziamo con la lista dei probabili ministri “in pectore”: la lista prevede Giuliano Amato agli Esteri, un uomo di BankItalia – scelto tra Fabrizio Saccomanni e Lorenzo Bini Smaghi (quest’ultimo dimissionandosi finalmente dalla BCE) – all’Economia, mentre per il cruciale incarico di ministro della Giustizia si starebbe pensando ad una personalità di garanzia gradita al centrodestra.
Le intenzioni del Professore andrebbero per un esecutivo che sia ambivalente per la politica e sia anche in grado di riunire le varie espressioni della società civile sotto lo stesso tetto. Da qui potrebbe nascere un rapporto anche politico con Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà e uomo di punta della Compagnia delle Opere. La CdO è già presente nella politica italiana, due dei suoi più autorevoli esponenti sono presenti in entrambi gli schieramenti: Maurizio Lupi del Pdl, ed Enrico Letta del Pd, entrambi molto favorevoli ad un governo di tecnici guidato dal Professor Monti.
Dunque anche una parte dei politici all’interno del governo in pectore sarebbe già formata. Enrico Letta entrerebbe in squadra con un incarico di prestigio, anche se la sua esperienza come sottosegretario alla presidenza nel governo Prodi, potrebbe riportarlo nella cabina di regia di palazzo Chigi.
Sono naturalmente ancora delle fantasie dettate dalla logica personale che dalla realtà dei fatti. Però se il Senato mantiene la promessa di deliberare il maxi-emendamento per venerdì sera, e la Camera farà altrettanto per la sera dell’indomani, non si esclude che da lunedì inizino le prime consultazioni tra Napolitano e gli esponenti parlamentari per la formazione di un nuovo governo. E in questo momento, dopo il placet di Berlusconi, Mario Monti è il più autorevole – nonché unico – candidato alla poltrona di premier.
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