Rick Santorum, secondo il The Register di Des Moines, il quotidiano locale che tasta il polso dei repubblicani in Iowa, è balzato negli ultimi sondaggi dal terzo al secondo posto a pari merito con Ron Paul. Dice “Posso vincere”, ma la candidatura da indipendente resta dietro l’angolo.
Mancano 24 ore all’apertura dei caucus in Iowa, e i sondaggi cambiano ancora. Stavolta riguardano l’ultra-conservatore, nonché antiabortista e omofobo Rick Santorum, il quale girando tutte le 99 contee dell’Iowa ha attirato verso di sè i delusi di Newt Gingrich dopo le gaffes degli ultimi giorni.
Nato in Virginia cinquantatre anni fa, cresciuto in West Virginia ma formatosi politicamente in Pennsylvania, Santorum è figlio dell’immigrante trentino Aldo Santorum e dell’italoirlandese Catherine Dughi. Rimasto finora in ombra nei dibattiti senza superare il 10%, secondo gli ultimi sondaggi di The Register Rick avrebbe superato nelle ultime 48 ore il 21 per cento, quota che lo porterebbe dritto dritto al secondo posto ex aequo con l’altro ultra-conservatore Ron Paul. In testa c’è ancora il favorito di tutti gli analisti Mitt Romney col 24%, ma il The Register indica come incerti ancora il 40 per cento degli elettori, quindi tutto può accadere.
La campagna delle primarie ha lasciato strali, colpi di scena e ripetuti cambiamenti degli umori e nei sondaggi, ma Santorum non se ne cura: «Sono abituato a gareggiare nei rodei», dice parlando il linguaggio degli allevatori della zona. Del resto il suo programma fa fede esattamente ai temi conservatori: i valori della famiglia, la fede religiosa (è sostenuto da Bob Vander Plaats e Chuck Hurley, i più intransigenti leader cristiani dell’Iowa), contrario all’aborto e alle nozze gay, scagiona il clero attribuendo i casi di pedofilia nella Chiesa a degli “atti omosessuali”. E’ contrario all’eutanasia: in Florida, durante il caso Terri Schiavo, accusò di “omicidio giudiziario” la Corte Suprema per aver fatto staccare il respiratore artificiale che teneva la donna in stato vegetativo.
Sposato e padre di sette figli, Santorum continua a commuovere l’America con la sua triste storia personale: l’ultimogenita, che oggi ha tre anni e mezzo, è affetta da Sindrome di Edwards (conosciuta anche come Trisomia 18), rara malattia genetica che uccide nei primi sei mesi di vita il 90% dei bambini affetti. Santorum ha dovuto lasciare già una volta la campagna elettorale per essere presente all’intervento a cui è stata sottoposta la piccola. I genitori, nonostante sapessero già in gravidanza del grave handicap della figlia, l’hanno voluta mettere al mondo comunque.
Della malattia della figlia ne ha fatto una battaglia personale: al popolo dei credenti dice di voler trattare tutti gli esseri umani «con dignità dalla vita alla morte». Inoltre promette che sarà un presidente cattolico ma «ben diverso da John F. Kennedy perché sbagliò a separare le convinzioni personali dalla responsabilità pubblica». Gli scettici lo accusano di essere contro l’aborto ma di non far nulla per ostacolarlo. Sulle convinzioni personali Santorum non è particolarmente chiuso. Per 12 anni è stato senatore della Pennsylvania, Stato in cui la maggioranza è democratica, dimostrandosi aperto alle idee altrui anche se diverse dalle proprie: fra i più stretti consiglieri ha avuto una abortista da cui ha appreso parecchio, ed ha lavorato a stretto contatto con associazioni per i diritti dei gay dalle quali ha capito molte cose su un tema così delicato.
Gli si rimprovera invece che ha lo stesso profilo politico di Mike Huckabee, il candidato che nel 2008 prevalse alle primarie repubblicane a Des Moines. In un’intervista alla Nbc Santorum ostenta sicurezza rifiutando il paragone: «A differenza di Huckabee io posso vincere anche lontano da qui». In New Hampshire, lo Stato in cui storicamente esce la nomination repubblicana e dove Romney è il vincitore annunciato, Santorum si crede imbattibile. Per diversificarsi dai suoi antagonisti, Santorum gioca la carta della politica estera attaccando il presidente: «Obama non ha unito l’America come aveva promesso ma l’ha divisa, approfondendo le diseguaglianze. Obama minaccia l’Iran ma poi si dimostra una tigre di carta contro il nucleare, lasciando fare la guerra segreta agli israeliani mentre dovremmo condurla noi».
Domani Santorum difficilmente si terrà quel secondo posto che gli è stato pronosticato, e per ogni evenienza ha già pronta la carta da indipendente con il sostegno del Partito Libertario. Sarà anche interessante vedere se il 27 agosto a Tampa si arriverà con un testa a testa tra Romney e uno dei possibili sfidanti (scheda dei candidati), oppure la nomination ce l’ha già in tasca il favorito di tutti gli analisti.
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