Yahya Sinwar, leader di Hamas, è stato ucciso dall’esercito israeliano il 16 ottobre 2024 nel sud di Gaza, un evento che ha segnato un momento cruciale nella guerra in corso. Sinwar, 61 anni, è considerato l’artefice dell’attacco del 7 ottobre 2023, quando i militanti di Hamas sono riusciti a oltrepassare la barriera di sicurezza attorno a Gaza, uccidendo più di 1.200 persone e prendendo circa 250 ostaggi. Questo attacco ha scatenato una guerra devastante che ha trasformato Gaza in un teatro di distruzione e sofferenza.
Un morto che cammina
Israele ha descritto Sinwar come un “morto che cammina“, ponendolo tra i principali obiettivi di una campagna militare su vasta scala. Questa operazione ha incluso raid aerei e terrestri intensivi, durante i quali l’esercito israeliano ha perlustrato i tunnel sotterranei di Gaza, alla ricerca del leader di Hamas e di altri comandanti. La notizia della sua morte è arrivata dopo un’operazione basata su rapporti d’intelligence che avevano identificato la sua possibile posizione, anche se non è stato subito chiaro se fosse effettivamente presente al momento dell’attacco.
Per Israele, eliminare Sinwar era una condizione necessaria per poter affermare una vittoria nella campagna contro Hamas, e la sua morte potrebbe influenzare il futuro dell’organizzazione. Tuttavia, rimane incerto se questo colpo destabilizzerà Hamas a lungo termine o se altri leader prenderanno rapidamente il suo posto. Nel frattempo, il conflitto continua a mietere vittime, con il Ministero della Salute di Gaza che riferisce di decine di migliaia di morti, tra cui una maggioranza di civili, anche se le cifre esatte non vengono sempre distinte tra combattenti e non combattenti.
La caccia a Yahya Sinwar si è protratta per oltre un anno, durante il quale Israele aveva persino offerto una ricompensa di 400.000 dollari per informazioni sul suo nascondiglio. In parallelo, il fronte si è esteso anche al Libano, con attacchi israeliani contro Hezbollah, culminando nell’uccisione del suo leader, Hasan Nasrallah.
E ora?
Rimane ora la domanda su quale sarà l’impatto reale della morte di Sinwar sul proseguimento del conflitto. Le autorità israeliane avevano dichiarato che la guerra non sarebbe finita fino a quando Sinwar non fosse stato catturato o eliminato. Ora che questo obiettivo è stato raggiunto, resta da vedere come si evolverà la situazione e quale sarà il prossimo passo di Israele e Hamas.
Yahya Sinwar, ha visto le sue idee e la sua visione del mondo formarsi in modo netto durante i 22 anni trascorsi nelle carceri israeliane. Già dalla sua giovinezza, cresciuto nel campo profughi di Khan Younis a Gaza, ha conosciuto una realtà di lotte e difficoltà. Durante la detenzione, però, Sinwar ha trasformato il tempo in un’opportunità strategica. Ha imparato l’ebraico, si è immerso nella cultura e nei media israeliani, leggendo libri sui leader del Paese e studiando il suo nemico. Quella prigionia non è stata solo una pena da scontare, ma una vera e propria formazione per un futuro da capo.
Poco diplomatico
La sua influenza all’interno di Hamas non è qualcosa di recente. Ha avuto un ruolo importante per anni, ma è salito alla guida del movimento solo in un momento cruciale, dopo la morte di Ismail Haniyeh, figura considerata più pragmatica da diplomatici e osservatori. Haniyeh è stato ucciso a Teheran in un’operazione che molti attribuiscono a Israele, e questo ha aperto la strada a Sinwar, che ha consolidato il potere dell’ala militare di Hamas rispetto a quella politica, basata fuori Gaza.
Questa ascesa al vertice non è stata una sorpresa per chi lo seguiva da tempo. Sinwar ha saputo costruire la sua rete di influenze già in carcere, spingendo Hamas verso posizioni più dure e radicali. Il suo percorso racconta la storia di un leader che ha saputo sfruttare ogni momento per raggiungere i suoi obiettivi, plasmando il futuro del gruppo con decisioni e alleanze che riflettono la sua visione militare più rigida e intransigente.
Rispondi