È venuto il momento di parlarvi dell’incontro con Debora Serracchiani di ieri sera.
Debora è brava nel comunicare con la gente, è spigliata, è goliardica al punto giusto e seria quando occorre, è incazzata quando parla di Berlusconi e felice quando parla di Franceschini. Non si è mai messa sul piedistallo e non ha parlato, mai, di Internet come punto di riferimento del suo successo e della sua elezione alle europee. Ha fatto capire in due parole cosa succede a collaborare in Rete, ha spiegato con parole semplici e comprensibili agli anziani presenti, il fatto che Internet oggi è l’unico mezzo di comunicazione e di informazione veramente libero e aperto al dibattito tra gente diversa e di qualsiasi ceto sociale. E tutto in cinque minuti: non credo si possa fare meglio.
Ha spiegato la sua mozione in meno di un ora. Ha detto chiaramente e senza ripensamenti che il Partito Democratico ha bisogno di gente che decide, che l’unico modo per cambiare il partito dal suo interno è il voto, sempre e comunque. Ha giocato molto sulla “simpatia” di Franceschini, ha preso il toro per le corna direttamente da una sua gaffe: il mantra del dibattito di ieri sera è stato che Franceschini è veramente simpatico e lei è fiera di averlo detto. Tutto e subito, prendere o lasciare.
Ha parlato naturalmente della campagna congressuale e come il segretario uscente vuole davvero cambiare il Pd. Ha spiegato come la carica di eurodeputato e la possibile carica di segretario regionale non sono – non possono – essere in conflitto: lo hanno fatto gli altri e non ha creato loro problemi, indi per cui… (Martines, il candidato di Bersani, è assessore e vice sindaco di Udine ad esempio). Ha spiegato che i Teodem dovranno adattarsi al voto maggioritario, e non succederà come lo scorso anno quando la Binetti dissentì con la linea del partito sul testameno biologico (con il benestare di Veltroni, non lo dice ma lo fa capire) perché lo statuto prevede sanzioni e allontanamento. E stavolta si userà questo metodo ove servisse.
Ha parlato della laicità del partito prendendo spunto dalla Costituzione. È un falso problema il discorso laicità all’interno del Pd, quando lo stesso stato italiano è laico per Costituzione. Problema risolto sul nascere. Ha chiarito futili motivi di ripensamenti nel caso venisse sconfitta da un altro candidato. La sua risposta è stata breve e ben dosata: “il Pd siamo noi, e tutti dobbiamo darci da fare per il Pd.”
In conclusione devo proprio dire che la Serracchiani mi è piaciuta: leggera al punto giusto, ma efficace anche nei contraddittori e nelle domande “cattive” che le venivano poste. Inoltre il suo programma è molto simile, in alcuni punti, a quello della candidata per la mozione Marino, Cristina Carloni, di cui sono testimonial e sostenitore. Giovedì 3 settembre sempre alle 21 sarà la volta di Vincenzo Martines per la mozione Bersani, e giovedì 10 verrà anche il turno della Carloni e della sua mozione per Marino segretario nazionale. Spero di poter andare ad entrambi gli incontri, lavoro e impegni personali permettendo, ma ne parleremo meglio al momento opportuno.
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