Sapevamo che l’acqua è un bene primario e per questo è di tutti, oggi, in Italia, l’acqua è diventato un bene privato e quindi non più per tutti. Con i complimenti del popolo italiano che ha eletto questo Governo di destra e della Lega.

Il decreto del Ministro Ronchi è stato approvato per soli 50 voti di scarto, nonostante la fiducia richiesta dal Ministro e, soprattutto, dopo che la stessa maggioranza era andata sotto per ben quattro volte richiedendo, alla fine, la fiducia numero 26 per questo esecutivo.
Il Parlamento non è più luogo di dialogo istituzionale, ma un mero strumento delegittimato da questa maggioranza. È democrazia questa?

L’acqua è un business da 8 miliardi l’anno, e il Governo ha cercato – purtroppo riuscendoci – di portare quei soldi nelle mani di multinazionali che faranno di tutto per raddoppiare i loro interessi, a scapito del bene pubblico naturalmente. Ronchi e Fitto hanno dichiarato che «non ci saranno innalzamenti delle tariffe», ma su tutti i Tg Antonio Catricalà, presidente dell’antitrust, ha dichiarato che è possibile un aumento delle tariffe ma è un dovere degli enti locali vigilare affinché i costi rimangano entro i limiti. Catricalà si sbaglia di grosso: con l’approvazione del decreto “salva- infrazioni”, la riforma sulla gestione dell’acqua, lo Stato si impegna a non superare la soglia del 40 per cento di partecipazione pubblica. Ciò significa che nel migliore dei casi lo Stato italiano NON potrà decidere quanto e dove si aumenteranno i prezzi, ma – ove verrà richiesto da “forze governative” e nel caso di massima partecipazione – mettere un veto che porti a nuove negoziazioni.

Un discorso a parte si dovrebbe fare per la Lega, l’ex partito del popolo del nord. Dopo mesi di discussioni e dibattiti su quanto fosse generalista e inefficace la liberalizzazione dell’acqua, soprattutto con il Ministro Calderoli, ieri anche la Lega si è smentita votando a favore del decreto. Chiare sono state le parole del leader del Carroccio Umberto Bossi: “Non si muore per una legge, ma si muore se cade il governo”. Questa è coerenza secondo loro, ma per noi dell’opposizione significa vendersi al nemico per bieche convenienze. Avanti così!

L’opposizione del Partito Democratico è stata molto forte e compatta. Dario Franceschini, capogruppo alla Camera, si è espresso in maniera netta e senza tanti fronzoli: . ”Ormai siamo di fronte ad una maggioranza lacerata da continue divisioni quotidiane che non riesce nemmeno piu’ a garantire le presenze in aula. Andare sotto quattro volte in una giornata disponendo di una maggioranza di oltre 70 deputati e’ segno di una crisi gravissima”. Mentre il vice presidente del Pd Marina Sereni ha riferito: “la Camera farà un opposizione netta e intransigente affinché il decreto 135 venga fermato e modificato”, aggiungendo che “è del tutto inaccettabile che ancora una volta il Governo in maniera frettolosa e pasticciata tenti di affrontare un tema complesso e articolato come quello delle risorse idriche e dei servizi pubblici locali in un decreto che si occupa di infrazioni rispetto alle normative comunitarie”. Jean Leonard Touadi ha rincarato la dose: “le motivazioni di urgenza addotte dal Ministro dei rapporti con il Parlamento sono assolutamente pretestuose. Il provvedimento tocca un aspetto fondamentale della vita dei cittadini e delle comunità locali, e su questo il dibattito parlamentare è indispensabile per evitare che il business di pochi prevalga sulla necessità di tutti. Mi chiedo se la prossima mossa della maggioranza non sarà quella di sottoporre alla fiducia anche l’aria che respiriamo”.

Ermete Realacci si è invece scagliato contro l’operato incoerente della Lega: “L’ordine del giorno della Lega sull’acqua è una presa per i fondelli, un modo per pulirsi la coscienza, che però non cambia le cose. L’unica ragione per cui il governo ha posto la fiducia su questo decreto è proprio questa normativa sulla privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali. Oltretutto essa non è necessitata da alcun vincolo o obbligo comunitario; è una scelta solo politica, che contraddice la posizione storica della Lega. È una presa per i fondelli. La Lega presenterà un documento che si farà approvare dal governo”.
Stesso discorso per il Senatore Roberto Della Seta: “è indecente il doppio gioco della Lega sull’acqua: con Calderoli firma il decreto che obbliga alla privatizzazione dei servizi idrici, in Parlamento fa finta di non essere d’accordo. Con l’aggravante della fiducia sul decreto. Etica pubblica vuol dire anche non prendere in giro i cittadini. E oggi i cittadini devono sapere che la Lega è uno dei principali artefici di una norma che consegnerà il business dell’acqua a quattro o cinque multinazionali, impedendo ogni efficace controllo pubblico sui criteri d’uso, sul prezzo, sulla tutela di un bene comune come le risorse idriche”.

Insomma, l’acqua entro due anni verrà privatizzata e noi cittadini dovremmo usarla come un bene di lusso e non come un bene primario, grazie al Governo che ha il massimo dei consensi e al Presidente del Consiglio migliore che abbiamo mai avuto negli ultimi 150 anni. Grazie davvero!

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