Siccome il tema della partecipazione è caldo, ho pensato di tornarci su con una cosa che non ci riguarda direttamente ma che è appropriata visti i dibattiti appassionanti di questi giorni.

Centocinquant’anni fa, giusto oggi, un uomo altissimo e dal volto segnato, alla guida dell’unica vera democrazia esistente allora sul pianeta, pronunciava un discorso in cui si chiedeva se quella democrazia concepita nella libertà e votata al principio che tutti gli uomini sono creati uguali, potesse a lungo perdurare.

Il discorso di Gettysburg di Abraham Lincoln, contiene la più perfetta definizione di democrazia che sia mai stata creata: il governo del popolo, dal popolo, per il popolo. Per quello valeva la pena – ed è valsa in seguito la pena – combattere e morire. Per quello, sì, ma per nulla di meno. Per quel sogno di inclusione dei neri schiavi, e poi dei proletari senza reddito, e poi delle donne. Popolo cui non si garantiva solo una partecipazione saltuaria, un biglietto da pagare per sbirciare nello spettacolo del potere, ma un percorso di emancipazione, un modo di contare, di decidere, senza dover scegliere tra ballot e bullet, tra le schede e i fucili di un altro grande discorso, stavolta di Malcolm X.

Oggi possiamo ancora pronunciare quelle parole – del popolo, dal popolo, per il popolo – senza arrossire?