Continua il mio pensiero sull’intervista che Marina Berlusconi ha rilasciato il corriere, cominciata qua.
Giornalista: Ma poi un giudice di quella Corte è stato condannato per corruzione.
Marina: “Però i giudici erano tre. E gli altri due hanno testimoniato che di quel verdetto avevano condiviso il contenuto, in piena autonomia. Insomma la sentenza della Corte d’Appello era assolutamente giusta”.
Se io corrompo un giudice su tre va tutto bene. Questo fa capire Marina Berlusconi. Ma il bello deve ancora venire.
Giornalista: Sta di fatto che Mesiano si è convinto del contrario.
Marina: “Non proprio. Tira fuori dal cilindro il calcolo delle probabilità: non sono necessarie prove certe, basta siano probabili. E quindi: nonostante i due magistrati romani dicano di no, “è assai probabile” che in realtà il terzo giudice della Corte d’Appello li abbia influenzati, e ancora, “è assai probabile” che se non li avesse influenzati la Corte avrebbe deciso in modo diverso, dando ragione a De Benedetti. Non è certo, ovviamente, ma “è assai probabile””
No, non l’ha detto Mesiano, sbaglia anche il giornalista. Le cose che contesta Marina sono state stabilite al processo penale, altra balla insomma. Dopo, Marina sostiene ancora questo punto, sbagliando ancora. Non si ricorda che la Cassazione ha stabilito che in sede civile si doveva solo stabilire l’ammontare del danno, i fatti (processo falsificato, sentenza falsa, ecc.) sono già stati stabiliti. Dovrebbe contestare la sentenza della cassazione per queste cose, non quella del giudice civile.
Marina: [fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”][…] Prendendo per oro colato i calcoli fatti dalla stessa Cir, senza neppure chiedere una consulenza tecnica. Decide una condanna da 750 milioni di euro così, e tutto da solo”.
Lui è il giudice,monocratico, chi altri dovrebbe stabilire l’ammontare? Sul fatto che abbia considerato i calcoli della sola Cir, non mi esprimo (non ho la pretesa, a differenza di Marina, di poter contestare l’operato del giudice senza neanche avere una laurea in giurisprudenza).
Marina: “Mio padre tra processi e indagini è stato chiamato in causa 26 volte. Ma a suo carico non c’è una sola, dico una sola, condanna. E se, come si dice, bastano tre indizi per fare una prova, non le sembra che 26 accuse cadute nel nulla siano la prova provata di una persecuzione?”.
Si può rigirare il ragionamento: tanti processi non possono essere casuali e visto che nelle varie sentenze, in particolare con quella penale sul lodo Mondadori, si è stabilito da chi provenivano i soldi, allora non è che si può dire “assolto o prescritto” e va tutto bene. Inoltre, si ricorda il caso di Al Capone, solo in un processo fu condannato, eppure non è considerato un perseguitato.
Giornalista: Ma si sta parlando della magistratura. Non possono essere tutte toghe rosse.
Marina: “Nella magistratura ho grande fiducia, e per questo, sapendo che la Fininvest ha sempre agito correttamente ed è nel giusto, non ho dubbi sul fatto che in appello ci daranno ragione. So bene che la stragrande maggioranza dei magistrati fa il suo lavoro senza pregiudizi, spesso tra mille difficoltà, un lavoro che non porta ai talk show o alle carriere di partito”
Ecco, allora perché sono CASUALMENTE le toghe rosse a condannare Silvio? Questo Marina non lo spiega.
In seguito Marina spiega che non può e non vuole tirare fuori 750 milioni adducendo queste motivazioni:
Fininvest dà lavoro a 20.000 persone, che paga fior di tasse (le Holding collegate al gruppo, che risiedono nei paradisi fiscali pare dimenticarsele) ed infine che è una realtà importante del paese. Aggiunge poi che Fininvest investe molto nel paese stesso.
Ora, un’impresa che ha queste caratteristiche non è certo esentata dal dover rispondere dei suoi illeciti, perché con lo stesso ragionamento non dovremmo perseguire la mafia perché dà lavoro a migliaia di persone ed investe molto nel paese!
Aggiungere infine che “L’improvvisa mancanza di risorse finanziarie così importanti metterebbe a rischio le nostre possibilità di sviluppo” è una cosa assurda, in quanto la funzione di un risarcimento danno è proprio questa: togliere il vantaggio ingiusto che si è venuto a creare a seguito dell’illecito. Fininvest subirà un grosso danno? In teoria è questo l’obiettivo della sentenza civile, perché non va solo tolto il vantaggio, ma anche punito l’illecito.
Il problema è che queste cose non dovrei dirle io, misero ragioniere, ma qualcun altro, ad esempio il giornalista stesso che anziché lasciar parlare Marina dovrebbe farle presente che sta dicendo delle emerite cavolate![/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]
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