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In Russia si sta svolgendo la più grande manifestazione antigovernativa degli ultimi 20 anni. A Mosca e San Pietroburgo si sono riversati oltre 100mila oppositori di Putin e Medvedev.


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Erano 20 anni che in Russia non si vedeva una protesta contro il governo. Circa 100mila persone si sono riversate nelle due principali città russe – Mosca e San Pietroburgo – per protestare contro i presunti brogli alle elezioni del 4 dicembre scorso in cui il partito di Putin e Medvedev, Russia Unita, ha avuto la maggioranza in Parlamento, ma molto al di sotto delle elezioni del 2007.

L’opposizione, dal palco sulla piazza Balotnaya di Mosca, incita la folla contro i brogli che hanno visto ancora una volta Putin vincere le elezioni. I cori e gli striscioni più in vista dicono “Russia senza Putin!” “Ladri!” “Corrotti!” “Putin vattene a casa!” “Libertà!”, numerosissime le bandiere dei piccoli partiti che non sono arrivati alla Duma per via dell’alta quota di sbarramento, la quale ha visto le solite quattro organizzazioni politiche andare in Parlamento. Tutti uniti, a Mosca come a San Pitroburgo, dai nazionalisti ai comunisti, come mai era accaduto finora.

Le proteste non si sono fermate alle sole due grandi città russe, ma si sono svolte anche a Novosibirsk, in Siberia, e nella meridionale Krasnodar, uno degli 83 kraj (soggetti federali) che compongono la Russia. La protesta è partita così massicciamente dopo l’ufficializzazione dei risultati elettorali, resi nella serata di ieri, in cui Russia Unita, il partito di governo,  potrà contare su 238 seggi sui 450 totali: 77 in meno rispetto alle tornate del 2007, ma ancora maggioranza assoluta alla Duma.

La folla chiede nuove e libere elezioni, e la scarcerazione dei manifestanti arrestati nei giorni scorsi (compreso il blogger Alexei Navalny). A furor di popolo è stata letta ed approvata una risoluzione in cui si chiedono le dimissioni del presidente della commissione elettorale Vladimir Ciurov, indagini sui brogli elettorali e la punizione dei responsabili.

Il fuso orario diverso nel territorio russo, ha fatto in modo che le manifestazioni fossero in orari differenti in ogni zona della Federazione Russa: la prima è stata in Siberia, dove in 3.500 hanno manifestato a Krasnoyars e altri 1.500 a Tomsk, città in cui Russia Unita ha avuto la più ampia batosta di tutta la Russia. A Vladivostok, al confine con la Cina e la Corea del nord, 500 persone hanno sfidato il gelo per chiedere il carcere per il presidente della commissione elettorale Ciurov; a Khabarovsk, altra città al confine con la Cina, sono stati fermati una ventina di manifestanti che avevano violato il divieto di protestare in piazza. A Čita, la capitale del kraj Zabajkal’skij, 150 giovani sono stati fermati dalla polizia perché distribuivano volantini e adesivi.

Intanto le ultimissime da Mosca dicevano che Alexiei Pivovarov, giornalista di Ntv, l’emittente televisiva di proprietà della Gazprom, ha annunciato che si rifiuterà di presentare il principale notiziario della sera se non si darà ampio risalto alle notizie sulla manifestazione di oggi nella capitale contro i brogli del voto legislativo del 4 dicembre. La tv russa, ovviamente, ha smentito la notizia.
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La gallery fotografica delle manifestazioni di oggi a Mosca.


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