Non ho intenzione di farla fuori dal vaso, però mi aspetto che il mio partito, lo stesso che nel suo slogan per le primarie diceva di credere nella meritocrazia e nel pluralismo – lo diceva Bersani, non io – mantenga almeno quel poco che promette. Nessuno è indispensabile, certo, però mi chiedo come si possa fare a meno del miglior senatore Pd della scorsa legislatura (non lo dico io nemmeno stavolta) – oltre che costituzionalista di indubbia fama e tra i più produttivi in Senato – per far spazio alle correnti interne di appartenenza. Fa specie constatare che se si è il portavoce di Franceschini – anche se si è stati tra i più improduttivi della XVI legislatura – si viene candidato (Lazio II), mentre il merito e la produttività vengono spazzati via come se nulla fosse. Va benissimo la società civile, per carità, ma se si cerca un certo stile che ci differenzia dagli altri, forse ci siamo persi qualcosa.
Meritocrazia e pluralismo
Scritto da: Giacomo
Sono uno scrittore famosissimo in tutto l'universo e dintorni: scrivo in questo blog dal 2007.
Inoltre sono uno scopritore di talenti calcistici di fama condominiale e un padrino di battesimo con esperienza pluriennale. Ma resto umile.
Se ciò non bastasse, dichiaro formalmente di essere juventino e di considerare i Led Zeppelin la miglior rock band dal Sacro Romano Impero in poi. Il mio nome per intero è Giacomo Lagona - è scritto così all'anagrafe, abbiate pazienza - ma tutti mi chiamano Jack, anche se non ho ancora capito il perché. Il mio analista dice che sono geneticamente masochista: nella sezione BOOK trovate le prove.
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