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La conferenza stampa a sorpresa di ieri sera, ci ha mostrato un Mario Monti che prende molto sul serio il compito affidatogli dal Capo dello Stato per formare un nuovo governo. Si è detto disposto – suo malgrado – ad accettare che i partiti non prendano parte all’esecutivo, ha messo però i paletti sulla durata del suo mandato: non è affatto disponibile ad un governo a scadenza come chiedono Idv, Lega e Pdl. Lo spread oggi s’invola e le borse europee affondano.


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Nel 2008 i partiti che sono stati eletti in Parlamento erano cinque, dopo tre anni e mezzo i gruppi parlamentari sono diventati ventuno. Un esempio per tutti: il Grande Sud ha riunito Forza del Sud, Noi Sud e Io Sud sotto lo stesso stendardo ma rimangono ancora tre gruppi parlamentari distinti e separati sia alla Camera che al Senato. Nessuno dei tre (o dei quattro) è stato eletto nel 2008. Questo la dice lunga sulle problematiche che ha incontrato il presidente incaricato nelle consultazioni partite ieri mattina. E già da ieri ha incontrato i primi rappresentanti, partendo – ovviamente – dai più piccoli, finendo oggi a pranzo con il Pd e il Pdl.

Monti è disponibile ad un esecutivo senza rappresentanze partitiche, pur sapendo che tale situazione rischia di indebolirlo nel momento in cui il paese – come lo stesso professore ha affermato – dovrà fare quei sacrifici che ci impongono la crisi, l’UE e i mercati. Con tutto ciò il presidente incaricato è disposto ad andare avanti a patto che, nel proseguo della legislatura, non si ponga un limite temporale al suo mandato perché non verrebbe capito dalle borse in quanto non è possibile sapere come e quando si approveranno le riforme volute dall’UE.

Ieri Monti ha ricevuto l’Idv e il Terzo Polo, ma non la Lega con la quale ha avuto solo una consultazione telefonica. Da Fli, Api e Udc ha avuto carta bianca ed un sostegno senza se e senza ma; dall’Idv invece sono arrivate le prime polemiche e i primi distingui: Di Pietro ha ribadito il suo appoggio esterno premurandosi di avvertire che la modifica della legge elettorale, come sancito dal referendum di questa estate, è preponderante per il cammino del prossimo governo.

Di seguito la conferenza stampa di Mario Monti avvenuta ieri sera appena finita la prima giornata di consultazioni. Come al solito laconico e pragmatico, si dice dispiaciuto che i partiti non vogliano partecipare all’esecutivo, ma li capisce e sconfessa la frase a lui attribuita di una manovra “lacrime e sangue” ma solo di aver detto che “ci vorranno sacrifici”.

Stamane il professore ha incontrato i rappresentanti dei due principali partiti italiani, il Partito Democratico e il Popolo della Libertà.

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