Ieri giornata particolarmente delirante per l’Europa. Monti incontra la canceliera Merkel e il presidente francese Sarkozy, ma il tutto si riduce ad una serie di convenevoli – passa prego, no passa tu – inutili e poco risolutivi per l’Eurozona.
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Non ci si attendevano miracoli dagli incontri di ieri tra i due maggiori leader europei, che da qualche settimana discutono se e come affondare l’Europa, e il presidente Monti. Ci si aspettava – almeno io me lo aspettavo – che da un incontro programmato e pubblicizzato da una settimana venisse fuori una proposta sensata sul futuro sempre più incerto della UE. Certo, ognuno ha la sua gatta da pelare e non possiamo pretendere miracoli. Però un’apertura verso qualcosa di più tangibile che possa non solo scongiurare una ricaduta della crisi, ma che almeno faccia fare un passo avanti alle diplomazie europee verso una risoluzione – o una parvenza di ciò – per la crescita ce la aspettavamo.
Così non è stato, anzi Monti è stato convinto dalla canceliera tedesca che gli Eurobond non possono essere la soluzione a tutti i mali senza una riforma fiscale (unione fiscale, la chiamano) che accomuni tutti i paesi dell’UE27. E’ realistico pensare che si possa fare in tempi brevi? No, ovviamente.
Molti diranno che l’incontro di ieri serviva a ristabilire i rapporti tra Italia Francia e Germania lasciati devastati dalla precedente amministrazione italiana. C’erano però ampi margini per discutere di un possibile piano anti-crisi che facesse contenti un po’ tutti: da una parte Italia, Francia e la maggioranza dei paesi dell’UE che spingono verso gli eurobond; dall’altro la Germania, e solo lei, che di stampare soldi per aiutare i paesi poveri non ne vuol proprio sentir parlare. L’incontro, sotto l’aspetto relazionare, è stato largamente soddisfacente. Sul punto invece dell’allargamento delle maglie bancarie la Merkel ha fatto ancora una volta le barricate sul resto del Vecchio Continente.
Quando poi il discorso si è spostato verso le misure adottate dall’Italia, alla Merkel le si sono illuminati gli occhi tanto da definire coraggiose le misure esposte da Monti. Quali? Se lo chiedono ancora stamattina tutti gli esponenti politici nostrani. Monti, per non perdere l’aplomb che lo contraddistingue, ha subito calmierato tutti dicendo che nessuna particolare rivelazione era stata fatta in sede europea. Sarà…
C’è poi l’onere dei sottosegretari da nominare, e anche qui il governo cincischia. Fonti accreditate dicevano che dal consiglio dei ministri di questa sera sarebbero dovuti uscire i nomi dei primi sotto-responsabili delegati. Ma anche qui Monti precisa che all’ordine del giorno non c’è nessuna nomina e quindi tutto viene rinviato al cdm di lunedì prossimo. Di pale in frasca, verrebbe da dire.
Al ritorno da Strasburgo, il predelcons dovrà sbrogliare l’ennesima matassa politica con i partiti della sua maggioranza. Alfano ieri scherzando diceva che gli aspiranti tecnici sono almeno il doppio di quanti erano i politici nel precedente governo, con l’aggiunta che i posti disponibili sono circa la metà. L’altra metà possiamo mandarli a spasso come è stato fatto con gli operai di Termini Imerese? Giammai! Si troverà una soluzione anche per questi disoccupati d’alto rango. Tranquilli: Monti ha precisato che quello che verrà sarà un altro weekend di lavoro.
Pertanto rimane la grana sulla natura dei sottosegretari: li vogliamo tecnici o politici? Le spinte sono talmente contrapposte in tutte e due le direzioni, che il presidente del Consiglio ha deciso di continuare col suo metodo: merito assoluto e nessun riciclaggio della vecchia classe politica. Questo comporta la possibilità – e solo quella, per ora – di non procedere con la diretta espressione dei partiti della sua maggioranza, bensì sfornare una nuova quantità di tecnici non ancora, o non del tutto, direttamente controllati dalle dirigenze politiche. Insomma, se non somigliano ad una nuova forma di primarie tecnocratiche poco ci manca.
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