La paura sul futuro della Grecia spinge al rialzo lo spread che risale sopra i 400 punti toccando questa mattina quota 409. In affanno anche le Borse europee che aprono tutte in calo e con il passare delle ore mantengono il trend negativo.
In sofferenza soprattutto i titoli bancari. Intanto l’agenzia Moody’s ha abbassato il rating o rivisto le prospettive su 114 banche europee appartenenti a 16 Paesi diversi. Tra gli istituti colpiti 24 sono italiani ma nel mirino ci sono anche Eni, Enel, Poste, Terna, Finmeccanica. L’agenzia ha spiegato che l’abbassamento delle valutazioni è legato “al negativo e prolungato impatto della crisi dell’area euro, che rende molto difficile la situazione operativa per la banche europee”.
Domina il rosso sull’Europa finanziaria. Viaggiano tutti in territorio negativo, infatti, i mercati del Vecchio Continente: maglia nera Milano che perde circa un punto e mezzo percentuale, ma le altre piazze europee non se la passano molto meglio con perdite che oscillano tra lo 0,4 di Parigi e l’un per cento di Francoforte.
Due i fattori scatenanti dello stato di fibrillazione dei terminali. In primo luogo l’incertezza permanente sulla questione greca: ieri la riunione in teleconferenza dei ministri finanziari dei paesi dell’area Euro ha rinviato la concessione degli aiuti, ancora insufficienti le garanzie offerte ai partner continentali dal governo Papademos che comunque è riuscito a trovare i 325 milioni di euro che mancavano per soddisfare le richieste della Troika che arriveranno da tagli a difesa, sanità e, in parte, pensioni. Tutto rinviato dunque alla riunione dell’Eurogruppo di lunedì, quando potrebbero essere sbloccati i 130 miliardi di euro, che aggiunti ad una ristrutturazione del debito da 100 miliardi, eviterebbero il default del paese mediterraneo che il 20 marzo dovrà rimborsare 14 miliardi e mezzo di bond. Per questo la voce circolata ieri – e non del tutto tramontata – che la concessione degli aiuti potrebbe slittare addirittura a dopo le elezioni di aprile, ha gettato nel panico il mondo politico ellenico. Per quella data la sorte della Grecia potrebbe essere già segnata.
Molto male, sui listini europei, tutti i titoli del credito. Conseguenza del secondo fattore di fibrillazione delle Borse, ovvero la scure di Moody’s che ieri, tra tagli di rating e outlook negativi, si è abbattuta su 114 banche europee, 24 delle quali italiane.
Tutto questo non poteva non farsi sentire sullo spread. Il differenziale Btp-Bund a dieci anni è schizzato in mattinata fino a 409 punti base per poi attestarsi poco sotto quota 400 (395) con rendimenti al 5,8%. Ad allentare la tensione l’ottimo risultato di titoli di Stato spagnoli a 3 e 7 anni: i quattro miliardi di Bonos collocati dal Tesoro iberico sono andati letteralmente a ruba, con una domanda pari a quasi dodici miliardi di euro. Buona domanda anche per gli otto miliardi dei titoli a due, tre e cinque anni messi sul mercato dalla Francia. Due gocce di ottimismo in un mare agitatissimo, visti anche i dati del bollettino mensile della BCE.
La Banca Centrale Europea rivede al ribasso le stime di crescita del Pil dell’Eurozona che nel 2012 si dovrebbe contrarre dello 0,1 per cento contro il +0,8% previsto in precedenza, per poi crescere nel 2013 del 1,1% e non dell’uno e sei. Trend negativo anche per il tasso di disoccupazione, che, sia nel 2012 che nel 2013, sarà pari al 10,6 per cento: stime riviste sensibilmente al rialzo, rispettivamente di 0,6 e 0,9 punti percentuali.
E così, anche quella ripresa economica molto graduale che pure l’Eurotower prevede per l’anno in corso, somiglia sempre più ad una magra consolazione.
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