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Le motivazioni depositate ieri dalla Consulta sull’incostituzionalità del Porcellum, malgrado ribadiscano la per­fetta legit­ti­mità del Par­la­mento in carica, dicono che la legge elettorale ha compresso la libertà di voto e va cambiata. Basterebbe correggere quel che resta del Porcellum in senso maggioritario, ovvero tornare al proporzionale del Mattarella senza grossi premi di maggioranza perché incostituzionali. Ed è qui che si creano i primi problemi perché il Pd di Renzi si avvia ad approvare un Mattarellum corretto, mentre Forza Italia tende per un sistema alla spagnola che creerebbe non pochi intralci alla costituzionalità della riforma in quanto ha un premio di maggioranza ben più alto di quanto i giudici hanno sentenziato. Il Mattarella, in questo senso, è la soluzione più logica perché la più semplice; ma anche il doppio turno come vorrebbero Renzi e Alfano ha una sua valenza costituzionale anche se costruito su liste bloccate, poco proponibili se non aggiornate come indica la Consulta.

I costituzionalisti ascoltati ieri in commissione alla Camera e poi al Senato non appoggiavano le preferenze: meglio un sistema con liste bloccate corte come dice il sistema spagnolo o il vecchio Mattarella. Ma il sistema spagnolo, proporzionale con maggioritario in base a collegi ristretti e all’uninominale, sono la prima scelta di Berlusconi, tant’è che un solo costituzionalista l’ha difeso. In pratica è la soluzione ideale per un sistema bipolare forte, quello che vorrebbe Forza Italia, ma che in Italia non è prevalente perché troppo frammentato da partitini con lo zero virgola che in coalizione fanno la voce grossa.

Alla conta finale potrebbe quindi prevalere il doppio turno, mancante, però, di quell’elezione diretta del premier non contemplata dalla nostra Costituzione. Ma anche qui i costituzionalisti sentiti ieri hanno dimostrato una certa disinvoltura: il paese si è ormai abituato ad una forma extra costituzionale che indica il nome del premier nel simbolo elettorale, quindi una riforma in tal senso si potrà benissimo far dopo. Resta il problema del bicameralismo se il sistema venisse approvata anche per il Senato. Gli elettori di Camera e Senato, difatti, sono sensibilmente diversi, problema che richiederebbe due ballottaggi diversi con due possibili maggioranze diverse in Parlamento. Ciononostante, il Pd governativo, in commissione, forza per il sistema del sindaco d’Italia, l’unica soluzione accettata anche da Alfano.

A questo punto l’ideale sarebbe una soluzione di rottura che implichi una certa compattezza da parte di tutte le forze politiche. Un Mattarella corretto andrebbe sicuramente in questo senso.