Venerdì 30 agosto è finalmente finito il calciomercato estivo ovunque tranne in Arabia Saudita e Turchia, è giunto quindi il momento di tirare le prime somme della campagna di ricostruzione, la prima firmata da Cristiano Giuntoli, che ha posto le basi a ciò che si spera il nuovo ciclo targato Thiago Motta.

La rivoluzione a cui era chiamata la Juve non è stata frenetica ma strategica. Giuntoli si è impegnato a costruire una squadra che incarni le visioni del Mottismo, gettando le fondamenta dell’ambizioso progetto firmato Thiago Motta. Il Managing Director Football bianconero ha operato con precisione quasi chirurgica, anche se si notano purtroppo alcune piccole sbavature.

Il mercato effervescente di Giuntoli

Erano anni che il popolo bianconero non vedeva una campagna acquisti così “scintillante”, un mercato così vivace e un inizio di stagione così promettente. Le gestioni precedenti, tra cui l’Allegri-bis e le avventure incomplete di Sarri e Pirlo, avevano soffocato ogni briciolo di entusiasmo: un mercato caotico, assenza di programmazione, crisi nervose e, non da ultimo, la controversia sulle plusvalenze. Ma la pazienza in qualche modo li ha premiati: il mercato ha portato giocatori mirati, giovani, vogliosi e ambiziosi. Thiago Motta ha introdotto una boccata d’aria fresca; tuttavia persiste la sensazione che è mancato qualcosa alla strategia, e non mi riferisco a Jadon Sancho: le cessioni di giovani promettenti come Huijsen e Soulé, la necessità di un difensore centrale di livello internazionale, un gruppo di esuberi ancora in squadra e la ricerca di una terza punta.

Difesa e mediana

La difesa e il centrocampo hanno vissuto una vera e propria odissea nel mercato, iniziando con il mancato arrivo di Calafiori che, col giusto senno di poi, ha preferito l’Arsenal di Arteta. La Juventus, indugiando oltre il lecito, si è vista erigere un muro dal Bologna con richieste economiche troppo esose, soprattutto considerando l’obiettivo bianconero di assicurarsi Koopmeiners e la sfida di sistemare gli esuberi.

Con il piano A svanito, anche il piano B è sfuggito, con Todibo che ha preso la via del West Ham per una cifra vicina ai 40 milioni di euro. Così la Juventus si è dovuta rivolgere al piano C, prendendo Pierre Kalulu dal Milan con un prestito oneroso di 3,3 milioni e un’opzione di riscatto a 14 milioni. Il difensore francese classe 2000, nonostante la sua versatilità come centrale o terzino, non sembra ancora all’altezza di Calafiori e Todibo nel quadro tattico dell’allenatore. E poi c’è Juan Cabal, il jolly colombiano prelevato dall’Hellas per 11 milioni più bonus. Motta potrebbe trasformarlo in un nuovo Calafiori, ma per ora lo utilizza come terzino sinistro relegando i test da centrale al precampionato.

Tre colpi nel cuore del Mottismo

Giuntoli ha orchestrato a centrocampo un magistrale triplo colpo muovendosi con astuzia nelle trattative di entrata e con meno clamore (e un po’ peggio) in quelle di uscita. Douglas Luiz ha inaugurato la serie di acquisizioni tramite un maxi scambio con l’Aston Villa che ha contraccambiato prendendo Iling Jr. e Barrenechea, con l’affare chiuso a 50 milioni di euro. Khéphren Thuram rappresenta invece il vero affare per i bianconeri: il centrocampista francese ha raggiunto Torino per una cifra poco superiore ai 20 milioni di euro, portando dinamismo, energia e atletismo al cuore del gioco bianconero. Un giovane box to box di grande prospettiva che, sotto il Mottismo dell’allenatore italo-brasiliano, è pronto a fare il grande salto di qualità.

La ciliegina sulla torta, un desiderio ardentemente perseguito da Motta, si è concretizzata con l’arrivo di Teun Koopmeiners. Dopo mesi di negoziazioni intense con l’Atalanta, l’olandese è diventato l’ultimo rinforzo per la Juventus, destinato a ricoprire il ruolo chiave di trequartista nel modulo 4-2-3-1 di Motta. La mediana, da tempo considerata il tallone d’Achille della squadra, è stata trasformata da Giuntoli in un’unica sessione di mercato nel fulcro vitale della rosa.

Tanti esuberi

La società affronta ancora una volta il dilemma degli esuberi, ma con una svolta inaspettata eppur dinamica: la permanenza di Weston McKennie. Inizialmente, la Juventus aveva pianificato di scambiare l’americano e Iling Jr. con l’Aston Villa per Douglas Luiz. Tuttavia, McKennie ha “resistito” alle richieste economiche, costringendo i bianconeri a optare per il giovane Barrenechea. Il texano è stato quindi reintegrato in rosa e ha rinnovato il suo contratto fino al 2026 (senza l’aumento richiesto ma con lo stesso ingaggio). La sua presenza promette di essere una proposta intrigante al Mottismo.

Per quanto riguarda gli altri esuberi, la situazione rimane in sospeso. Arthur e Kostić, nonostante le voci di offerte dall’Arabia Saudita, sembrano destinati a rimanere almeno fino a gennaio: Oltretutto, il brasiliano è stato anche inserito nella lista Serie A, mentre il serbo è fuori lista sia in campionato che in Champions.

Negli esterni manca ancora qualcuno

Giuntoli ha rivoluzionato anche gli esterni offensivi: Chiesa e Iling Jr. lasciano la base, mentre entrano Nico González e Francisco Conceição. La dirigenza bianconera non ha perso tempo con Chiesa, escludendolo immediatamente dalla rosa e dal progetto. Iling Jr., sacrificato per Douglas Luiz, lascia un vuoto che sembrava difficilmente colmabile nell’immediato. E invece… In meno di tre ore Giuntoli sigilla gli accordi per González e Conceição: l’argentino arriva in prestito oneroso a 8 milioni con obbligo di riscatto a 28, il portoghese in prestito secco a 7 più 3 di bonus. Nonostante l’interesse per Jadon Sancho, le richieste del Manchester United e l’intervento del Chelsea hanno spinto la Vecchia Signora a ritirarsi.

Tuttavia il vero problema non sembra il mancato acquisto dell’inglese: a questa Juve manca una terza punta. Dušan Vlahović, nonostante sia un attaccante di alto livello (ma sfortunato), lotta con problemi fisici ricorrenti che gli hanno fatto saltare 18 partite da quando è alla Juve. Milik, il suo sostituto, ne ha perse 27 in due anni per infortuni vari. Se l’antifona è questa, l’attacco della Juventus rischia di essere vulnerabile senza una terza opzione affidabile. Sembra strano che Giuntoli non abbia colto l’opportunità di aggiungere un altro attaccante alla rosa, magari una giovane promessa semi-sconosciuta, una mossa che sarebbe stata in linea con le sue precedenti strategie: presumibilmente ci penserà a gennaio. Sperando che DV9 e AM14 non si infortunino contemporaneamente…

Certezze e sorprese

La Juventus si affida al talento cristallino di Kenan Yildiz, che, con la 10 nuova di pacca sulle spalle, sta regalando spettacolo nelle prime uscite stagionali. Samuel Mbangula, dopo aver guadagnato la fiducia di Thiago Motta grazie al suo impegno e alla sua determinazione, potrebbe rivelarsi il prezioso jolly capace di stravolgere gli ultimi 30 minuti di una partita.

Il Mottismo per dar vita a un nuovo ciclo

I bianconeri in questa stagione hanno iniziato un nuovo progetto, dopo tre anni si è cambiata guida tecnica ed ora possono contare su Thiago Motta, un allenatore giovane chiamato a creare valore e riportare entusiasmo in un ambiente che negli ultimi tempi era diventato cupo in modo preoccupante.

Al centro di questo nuovo corso, di questa nuova storia, ci sarà Kenan Yıldız, chiamato a far aumentare sempre di più quella fiamma d’amore che il popolo bianconero nutre per i numeri 10 e che già nutre nei suoi confronti. Il turco sarà senza dubbio protagonista, ma che ruolo potrà ricoprire nello scacchiere del Mottismo ancora non lo sappiamo con certezza, ma viste le prime partite disputate contro Como e Verona credo lo scopriremo molto presto.