QUESTO ARTICOLO HA PIÙ DI 13 ANNI.    

Ci sono tre donne nel nuovo governo di Mario Monti: Anna Maria Cancellieri, Elsa Fornero e Paola Severino. Non sono donne qualunque e non fanno parte della famigerata “quota rosa” che tutti i governi precedenti hanno dovuto inserire nell’esecutivo facendo buon viso a cattivo gioco. Sono tre donne che meritano di star lì perché hanno le capacità tecniche e professionali migliori. Conosciamole meglio.

[fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”][ad#nike-novembre]

Nomi conosciuti principalmente agli addetti ai lavori quelli di Anna Maria Cancellieri, Elsa Fornero e Paola Severino, i tre nuovi ministri nell’esecutivo guidato da Mario Monti per ridare smalto all’Italia. Non fanno parte delle cosiddette quote rosa perché dalla loro hanno una professionalità garantita nell’ambito tecnico di cui fanno parte.

La più famosa è sicuramente il ministro dell’Interno Anna Maria Cancellieri. Romana, 67 anni, è esperta nel risolvere problemi. Ha avuto una carriera come prefetto di tutto rispetto: a Vicenza, Bergamo, Catania (città in cui è stata anche commissario del Teatro Bellini) e a Genova gestendo  la trattativa con i camalli genovesi – gli scaricatori delle navi nel porto di Genova che bloccavano il porto nel 2009. Commissario straordinario a Bologna dopo il “Cinziagate” dell’ex sindaco Delbono, ha condotto l’amministrazione bolognese per quasi un anno e mezzo fino all’elezione di Virginio Merola. Commissario prefettizio a Parma dopo le dimissioni del sindaco Pietro Vignali. In entrambi i casi si è distinta per capacità ed efficacia, tanto che a Bologna sia il Pdl sia il Pd hanno accarezzato l’idea di candidarla a sindaco. Lei ha declinato. Chi la conosce bene la descrive come un funzionario dello Stato vecchio stile, che alle casacche preferisce risolvere problemi. E mettersi in gioco, quando pensa che sia venuto il momento. Nelle prime interviste di ieri ha risposto con una battuta: «Chi l’avrebbe mai immaginato, pensavo di fare la nonna». Un prefetto, con esperienze, pur brevi, nell’amministrazione pubblica è forse il miglior modo per gestire il ministero della sicurezza interna e della polizia.

[ad#x-logic]
L’altra donna nel ministero chiave per gestire la crisi di crescita italiana è Elsa Fornero al Welfare con delega al lavoro e alle pari opportunità. Torinese di 63 anni, è professore Ordinario di Economia Politica presso la Facoltà di Economia all’Università di Torino, vicepresidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa SanPaolo, coordinatore Scientifico del CeRP (Center for Research on Pensions and Welfare Policies, Collegio Carlo Alberto), Vice Presidente della Compagnia di San Paolo, membro del Collegio Docenti del Dottorato in Scienze Economiche dell’Università di Torino e del dottorato in Social Protection Policy presso la Maastricht Graduate School of Governance (Università di Maastricht), componente del Nucleo di valutazione della Spesa Previdenziale costituito presso il Ministero del Welfare, membro del comitato editoriale della Rivista Italiana degli Economisti, editorialista de Il Sole 24 Ore e membro del CdA di Buzzi Unicem. Numeri, dati, professionalità. Ma non solo. La Fornero è soprattutto una grande esperta di pensioni, ed è convinta che bisogna lavorare per la «riforma finale». E’ sostenitrice del pensionamento flessibile: tutte le pensioni dovrebbero essere calcolatesulla base dei contributi versati e non più col metodo retributivo. In molti casi si avrebbero pensioni più basse, ma più eque. Con queste regole il lavoratore non andrebbe più in pensione al raggiungimento di età fisse (65 anni per la vecchiaia, 60 per l’anzianità), ma potrebbe scegliere una fascia fra i 63 e i 68-70 anni sapendo che, proprio grazie all’applicazione del contributivo, più ritarda il ritiro dal lavoro più riceverà una pensione alta. In questo modo, però,sparirebbero le pensioni di anzianità: un’ipotesi che nessuno finora è riuscito a far digerire alla sinistra e ai sindacati. La Fornero potrebbe essere la persona giusta per farlo.

[ad]
La terza donna a ricoprire un incarico di ministro nel governo Monti è Paola Severino. Napoletana 63enne come la Fornero, la Severino è la prima donna a ricoprire la carica di ministro della Giustizia nella storia della Repubblica italiana. La sua biografia è di prim’ordine: Pro-rettore vicario dell’Università Luiss Guido Carli, professore ordinario di diritto penale nella stessa Università della Confindustria e, soprattutto, avvocato penalista di clienti illustri (RomandoProdi, Giovanni Acampora, Francesco Gaetano Caltagirone, Cesare Geronzi, l’ex segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni). Ha lavorato nello studio di Giovanni Maria Flick prima che il professore fosse nominato Guardasigilli del governo Prodi, ha rappresentato l’Unione delle comunità ebraiche nel processo al nazista Erich Priebke, e tra le società a cui ha dato assistenza legale ci sono Eni e Telecom. Dal 1997 al 2001 è stata la prima donna a ricoprire la carica di vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura militare. E’ molto amica di Augusta Iannini (la moglie di Bruno Vespa): magistrato fuori ruolo ed ex gip del tribunale di Roma, capo del dipartimento degli Affari legislativi del ministero della Giustizia, e considerata da molti la vera “testa pensante” del ministero di via Arenula. In un’intervista a Cortina Incontra del 2009, parlò della necessità di riformare la Giustizia, ma chiarì non ha senso parlare ditoghe rosse né tantomeno di casta. In un convegno dell’Associazione nazionale magistrati dello stesso anno sosteneva invece che “le intercettazioni si rivelano spesso inefficaci sul piano probatorio“. Insomma, il berlusconiano alla Giustizia. E’ pragmatica e rapida quando deve agire, in questo momento è la persona ideale per operare nella giustizia italiana.

[ad#expedia-novembre]

Le tre donne volute da Monti a rappresentare tre ministeri chiave del suo governo, sono senza dubbio di alta professionalità e fuori dalle classiche schematiche in cui ad ogni governo deve essere garantita una quota femminile: sono diventate ministro perché ne hanno i meriti, in barba a tutte le quote rosa esistenti.

[per Lavika]

[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]