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Cara Fininvest, i tuoi legali hanno corrotto un giudice, bisogna pagare!

Di cosa parlo? Della sentenza che ha stabilito l’ammontare del danno che ha subito De Benedetti per la mancata acquisizione Fininvest.

Quello che molti non capiranno, perché la cosa è stata ben nascosta, insabbiata e celata, è che questa sentenza riguarda il lodo Mondadori, fatto che più di ogni altro (al momento)  avvicina Berlusconi al mondo dell’illegalità.

La sentenza sul lodo Mondadori nasce in seguito ad una vicenda giudiziaria che aveva visto contrapposte due grosse forze: Cir (De Benedetti) e Fininvest (Berlusconi). La vicenda ha le sue origini nella vendita delle azioni da parte della famiglia Formenton (eredi di Arnoldo Mondadori), pacchetto azionario che  consentiva ad uno dei due contendenti di ottenere la maggioranza nel gruppo.

De Benedetti aveva già preso accordi con la famiglia Formenton, ma improvvisamente e per motivi oscuri, poco prima della vendita delle azioni,  la famiglia cambiò idea vendendo il pacchetto azionario a Berlusconi. La stessa situazione fumosa si era già verificata col caso SME, ma questa volta sembrò che le parti potessero trovare un accordo in via extra-giudiziale con un arbitrato. La sentenza dell’arbitrato era chiara: la Mondadori era di De Benedetti, l’accordo con la famiglia Formenton era vincolante.

Berlusconi (e i Formenton)  non ci stette e ricorse in tribunale, dove si decise che sarà la prima sezione della corte civile del tribunale d’appello di Roma ad occuparsi del caso. Il giudice Arnaldo Valente presiede, mentre il giudice relatore è Vittorio Metta. 10 giorni dopo la  camera di consiglio la sentenza viene depositata ed è chiaro cosa dice: la Mondadori va a Berlusconi assieme a Repubblica, l’Espresso e molti altri periodici (Panorama) famosi.

Tutto a posto? Macché! All’epoca i giornalisti avevano ancora le palle per ribellarsi al padrone (se il padrone non andava bene), così Berlusconi si ritrovò ad avere tra le mani un colosso non gestibile. Vittoria di Pirro, se non fosse per l’intervento provvidenziale di Andreotti, allora presidente del consiglio, che cercò di portare ordine. Si giunse, nei fatti, ad una vendita forzata: Il gruppo L’Espresso e altri piccoli giornali e settimanali venivano venduti al Cir per 365 miliardi di vecchie lire (definite “conguaglio” all’epoca).

Tutto finito? Macché: Stefania Ariosto parlò, inguaiando l’intera Fininvest. Cosa disse l’Ariosto di così importante? (siamo nel 1995, Berlusconi è già crollato una volta è bene ricordarlo!) Dice che Vittorio Metta e Arnaldo Valente, giudici che stabilirono a chi andò la Mondadori, erano amici intimi di Cesare Previti e che sentì parlare Previti di tangenti date a dei giudici romani.

Ma non solo dichiarazioni, la magistratura scoprì movimenti sospetti nei c/c della Finivest e dei suoi legali. Il meccanismo era semplice: dalla società All Iberian, società Off Shore di Berlusconi (ricordiamocelo, Berlusconi che tanto vuole combattere i paradisi fiscali, li sfrutta) partirono circa 3 miliardi di lire destinati ad un c/c di Previti (legale di Fininvest), partì un altro miliardo e mezzo destinato ad Acampora (altro legale Fininvest) . Cosa succede a questo punto? Acampora bonifica 425 milioni a Previti che poi in due rimesse li dà a Pacifico (altro legale) che poi lì mandò a Metta. Il resto fu usato per altre corruzioni (il processo Lodo Mondadori fu unificato a quello IMI-SIR).

Dopo vari gradi, primo, appello, cassazione (che istituisce un nuovo processo), di nuovo appello e cassazione, Previti e soci vengono condannati, Berlusconi prescritto (ma chiaramente implicato nella vicenda, i soldi provenivano dalla All Iberian).

La cassazione, inoltre, stabilisce che in altra sede verrà stabilito l’ammontare del danno subito da De Benedetti.

Fin qui i fatti accertati (c’è la sentenza definitiva).

Ora, è finito il primo grado dove il giudice ha stabilito in 750 milioni di euro il danno subito da De Benedetti per i mancati guadagni di tutti questi anni. L’unica cosa che la difesa potrebbe contestare è l’ammontare del danno, perché i fatti sono accertati (il reato c’è, non si può contestare). Cosa dice invece Marina Berlusconi? “si tratta di un verdetto incredibile e sconcertante”. “La Fininvest – commenta Marina Berlusconi – ha sempre operato nella massima correttezza e ha dimostrato in modo limpido e inconfutabile la validità delle proprie ragioni”.

Massima correttezza ” un paio di palle” come dicono dalle mie parti. La Fininvest ha corrotto, tramite i suoi legali, un giudice e questo è un fatto. Che ragioni (legali) si possono sostenere? Si può contestare al massimo i guadagni, facendo presente gli utili dal 1991.

Tutto questo non viene fatto, confermando, se ce ne fosse bisogno, che la Fininvest non ha proprio l’anima di un’azienda onesta.