L’India ha annunciato di aver annullato il contratto per l’acquisto di 12 elicotteri Agusta Westland – gruppo Finmeccanica – per un valore di 560 milioni di euro. Per risolvere il contenzioso, che dura ormai da diverso tempo, il governo indiano ha comunque accettato il ricorso all’arbitrato internazionale. La vicenda è al centro di un’inchiesta della magistratura italiana che aveva portato all’arresto con l’accusa di corruzione l’ex amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi e e l’ad di Agusta Bruno Spagnolini. A questo punto l’affare rischiava di saltare, ma la decisione del governo indiano di affidarsi all’arbitrato internazionale potrebbe riaprire in extremis una partita che sembrava del tutto persa.
I rapporti tra Italia e India, come sappiamo, non sono idilliaci per via di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò accusati quasi due anni fa di avere ucciso due pescatori. I nostri militari hanno incassato la vicinanza del presidente Napolitano nel suo messaggio di fine anno; hanno passato l’ultimo dell’anno nell’ambasciata italiana a New Delhi tra botti e brindisi insieme alle compagne, ad amici e parenti. Per gli italiani sono degli eroi. Per gli indiani sono due persone imputate per omicidio. Due punti di vista opposti da cui probabilmente non se ne uscirà mai.
Stessa cosa degli elicotteri Agusta. Secondo la magistratura italiana, per ottenere la commessa Finmeccanica avrebbe pagato tangenti per 51 milioni di euro. Al momento sono stati consegnati solo tre elicotteri Aw 101, altri tre sono pronti per la consegna, mentre gli ultimi sei sono ancora in lavorazione. Le autorità indiane già nel febbraio dello scorso anno avevano deciso di sospendere i pagamenti; il 20 novembre Agusta aveva nominato un suo arbitro – l’ex giudice della corte suprema e ex presidente dell’Alta Corte dello stato del Kerala B.N. Srikrishna -, pochi giorni fa anche il governo indiano ha deciso di nominare come arbitro di parte l’ex giudice della corte suprema B.P. Jeevan Reddy.
La vicenda, già tragica di per sè, è diventata grottesca quando alcuni parlamentari italiani hanno rilasciato delle dichiarazioni a dir poco imbarazzanti contro il ministro della Difesa Mauro reo di «spender soldi e far campagna elettorale pro domo». La parlamentare di FI Daniela Santanché se la prende invece con la spettacolarizzazione delle inchieste della magistratura che provocano danni al paese. Come se un’inchiesta di tale portata potrebbe passare del tutto inosservata ai media internazionali.
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