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 “Franceschini di fatto non è più il segretario perché non ha ottenuto il consenso da parte di due terzi del partito che sta gestendo”.

A dirlo è quel gran pezzo d’uomo che si chiama Filippo Penati, coordinatore nazionale della mozione Bersani, e a nulla servono le parole del candidato di D’Alema – «Sgombriamo il campo da ogni equivoco più o meno interessato. Franceschini, come è ovvio e come è giusto, è a pieno titolo il segretario del Pd così come prevede lo statuto, e ha la nostra piena collaborazione come è stato fin qui» -, perché se non vado errato il coordinatore nazionale professa gli interessi del proprio candidato, non i suoi personali punti di vista quando si parla di segreteria, per cui intendo le parole di Penati direttamente imputabili a Pier Luigi Bersani e Massimo D’Alema.

Inoltre forse Penati dimentica (o fa finta) che in questo momento esiste una gestione condivisa dei tre candidati, e in loro assenza subentrano i loro coordinatori nazionali. Quindi Penati è un falso e bugiardo perché queste cose le sa già, visto il ruolo che ricopre, dunque parla per conto terzi oppure sotto effetto di stupefacenti. Delle due l’una, anche se la prima mi sembra molto più realistica. Ma del resto cosa mi posso aspettare dalla parte più vecchia e marcia del Pd – quella che ha appena messo Bianca Berlinguer alla conduzione del Tg3 – se non quella di minare la stabilità già precaria del Partito cercando di minare le stesse Primarie del 25 ottobre. Perché Bersani e il suo socio D’Alema vogliono solamente eliminare le Primarie, e quello che mi spaventa di più è che hanno la possibilità di farlo: da Regolamento, durante il Congresso Nazionale dell’11 ottobre, il candidato che ha preso oltre il 50 per cento ha la possibilità di cambiare lo Statuto e decidere le linee costituzionali del Partito Democratico. Quindi, se vuole, Bersani potrebbe anche cambiare le regole e decidere di eliminare le Primarie. E allora sì che il consenso dei simpatizzanti arriverà sotto i tacchi del centro destra, altro che alleanze con Casini o con Sinistra e Libertà. Ma se diventano queste le nuove regole d’ingaggio per la campagna elettorale poveri noi.

Quando succedono queste cose mi sento tremendamente bene per aver deciso di appoggiare Ignazio Marino per le Primarie, perché se c’è qualcuno che può ribaltare le scarse propensioni al miglioramento di Bersani, quel candidato è proprio Marino. E son contento di far parte di una squadra di coordinamento provinciale che la pensa esattamente come me. Almeno in questo Bersani può poco. Sempre se lo Statuto rimane per come è adesso!

Se invece sarà questo l’andazzo della prossima segreteria del Pd, mi chiamo subito fuori e mi presenterò al mio circolo solo per le riunioni interne che riguardano esclusivamente la mia città. Per dibattiti che riguardano le linee guida dettate dal nazionale non ho nessuna intenzione di partecipare perché non mi ci vedo assolutamente. Mi spiace.