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In questi giorni di metà agosto, l’attenzione mediatica è attirata a Genova per la festa nazionale del Partito Democratico, luogo in cui i principali esponenti del centrosinistra si incontrano per parlare del paese e del futuro del Pd in chiave congressuale. A Genova si sono presentati i tre principali candidati alla segreteria Pd (il quarto è Gianni Pittella): Matteo Renzi chiede ancora di avere regole precise, Gianni Cuperlo vuole più diritti per gli iscritti, Pippo Civati chiede un partito chiaro, rinnovato e che recuperi i delusi.

Intanto gustatevi i video con i loro interventi, poi ne parliamo.

Enrico Mentana intervista Matteo Renzi

Il valore della democrazia: i luoghi della politica nell’Europa. Gianni Cuperlo e Sergio Cofferati

Economia e politica nell’Italia del Futuro. Pippo Civati, Filippo Taddei – Coordina Mario Paternostro

Di Matteo Renzi sappiamo praticamente tutto – qui i punti principali della sua intervista – e non vorrei soffermarmi ancora; di Cuperlo e Civati invece è meglio approfondire loro impressioni.

Gianni Cuperlo. Se la centralità degli elettori è il punto fermo del sindaco di Firenze, per Cuperlo serve una «rivoluzione della dignità che metta al centro i diritti, l’autonomia, la libertà della persona». Per il candidato appoggiato da Massimo D’Alema bisogna dare una maggiore centralità ai militanti, chiamandoli a esprimersi anche su temi specifici. Però al Pd non serve un «profeta» ma del «valore di una profezia». La sua visione per il futuro è identitaria ma non certo spostata più a sinistra: «Io non penso a un Pd più piccolo, ortodosso e di sinistra, ma a un partito aperto e capace di mobilitare le persone. I valori della sinistra rimangono una risorsa per il futuro, ma li considero in senso ampio [fusion_builder_container hundred_percent=”yes” overflow=”visible”][fusion_builder_row][fusion_builder_column type=”1_1″ background_position=”left top” background_color=”” border_size=”” border_color=”” border_style=”solid” spacing=”yes” background_image=”” background_repeat=”no-repeat” padding=”” margin_top=”0px” margin_bottom=”0px” class=”” id=”” animation_type=”” animation_speed=”0.3″ animation_direction=”left” hide_on_mobile=”no” center_content=”no” min_height=”none”][…] Certo, anche Renzi è di sinistra. Per lui, la sinistra è quella che si chiede quanto deve essere giusta la società, non solo quanto deve essere efficiente». La squadra che lavorerà per l’uomo di D’Alema non è ancora definita – al contrario di quella di Renzi che è già super-collaudata – ma potrà già fare affidamento su alcuni uomini fidati come i Giovani turchi Roberto Gualtieri, Matteo Orfini, Fausto Raciti e Francesco Verducci; mentre il ministro Andrea Orlando sarà più defilato a causa degli impegni istituzionali. Di questa squadra prettamente bersaniana non farà parte il capo dell’organizzazione Nico Stumpo. Attualmente Cuperlo parte in salita: i sondaggi lo danno poco oltre il 20 per cento; 25 massimo 30 per cento come possibile risultato finale del congresso.

Pippo Civati. È l’outsider come lo era Marino nel 2009 con cui era in ticket. Pippo oggettivamente non farà la corsa su Renzi bensì su Cuperlo, suo antagonista idealmente più vicino. Civati mette insieme il messaggio innovatore di Renzi e l’idea di sinistra di Cuperlo: «La sinistra che vuole rappresentare anche l’altra parte è molto debole». Cita spesso Stefano Rodotà – «patrimonio della sinistra» da considerare «dentro il nostro partito» -, Prodi e Vendola anche se il leader di SeL lo ha finora totalmente ignorato. Ha ottimi rapporti con la Cgil e con il leader della Fiom Maurizio Landini, con i lettori del Fatto o di MicroMega e una parte dell’area ulivista, con gli OccupyPd, fino a confinare con Sel e i 5 Stelle. Ha una cerchia di sostenitori consolidati nei parlamentari brianzoli Luca Pastorino, Alessia Rotta, Lucrezia Ricchiuti; mentre Davide Mattiello, Sandra Zampa, Walter Tocci, Felice Casson, Laura Puppato e Corradino Mineo non si sono ancora schierati anche se simpatizzano molto per il parlamentare lombardo. Le regioni in cui Civati ha più consenso sono Piemonte, Lombardia e Sardegna, mentre in Toscana, Veneto ed Emilia-Romagna ha seguito ma mancano all’appello gli amministratori locali di peso. Civati attacca spesso il governo delle larghe intese incapace perfino di muoversi, insiste sulla diminuzione delle tasse sul lavoro, sugli ammortizzatori sociali, sulla legge elettorale: «Se Grillo vuole tenersi il Porcellum dimostrerà di essere uguale a chi c’era prima». Il suo punto di forza è la Rete che, oltre a dargli forza, lo rimprovera soprattutto di aver fatto sempre un passo indietro nei momenti più importanti. Ad affiancarlo in questa partita il solito Paolo Cosseddu, gli economisti Filippo Taddei e Rita Castellani, la leader degli OccupyPd Elly Schlein, il consigliere milanese Carlo Monguzzi, il pisano Samuele Agostini. Il sogno nascosto di Pippo è destinare Cuperlo da una dignitosa sconfitta alla disfatta nel caso il delfino di D’Alema dovesse perdere la piazza d’onore. I sogni, si sa, sono gratis, e la sinistra è famosissima nel riempire le piazze e svuotare le urne.

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