Qualche giorno fa la Lactalis – mega gruppo caseario francese già proprietario in Italia di Galbani, Invernizzi, Locatelli e Cademartori – aveva mostrato un certo interesse per la Parmalat della quale già deteneva il 29 per cento. Nel momento in cui l’azienda francese aveva mostrato i primi interessi italiani raggranellando sul mercato i titoli Parmalat per arrivare al suddetto 29 per cento, il ministro Tremonti si era a sua volta mosso con un decreto che fissava i limiti di intervento delle società estere nei confronti dei gruppi “strategici” italiani. Il decreto, che non era stato ancora approvato nemmeno dal Consiglio dei Ministri, è stato superato d’astuzia dai francesi i quali, poco prima del bilaterale Italia-Francia di oggi, hanno lanciato un’Opa su tutto il pacchetto di Collecchio – cioè il rimanente 71 per cento – per un valore totale di 3,7 miliardi euro pari a 2,6 euro ad azione: il ventun per cento in più rispetto alla media di mercato degli ultimi dodici mesi.
L’incontro tra Berlusconi e Sarkozy di oggi in realtà doveva accentrarsi sulla questione immigrati e sulle possibilità, per ora solo teoriche, di una rinegoziazione del trattato di Schengen da parte francese e italiana. Naturalmente degli aspetti economici delle varie vicende erano ben sottintesi che se ne sarebbe parlato, ma la dissimula del premier e del presidente francese non ha colto impreparati chi ha assistito all’incontro e alla successiva conferenza stampa congiunta. Berlusconi ha subito premesso che l’Opa di Lactalis non era ostile, ragion per cui le sue vedute di libero mercato non erano minimamente scalfite, sulla carta dell’ipocrisia. Stessa cosa ha confermato Sarkozy, anzi, il presidente francese ha riaffermato che il suo staff è venuto a conoscenza dell’Opa solo in aereo. Sarkò a questo punto ha sposato completamente la linea italiana nella quale si auspica una forma di joint venture in cui imprenditori italiani si accodino alla multinazionale del latte francese formando un compartecipazione azionaria italo-francese. Nella realtà Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Bnl, oltre al gruppo Ferrero all’inizio della moratoria tremontiana, si sono già espressi verso un nulla di fatto, per cui appare molto difficile un accordo per creare questa nuova Telecom con fondi italiani e stranieri. Comunque sia i due governi hanno già messo in moto i due ministri economici – Lagarde e Tremonti – per far sì che questa ipotesi non sia solo ventilata, ma possibile e fattibile. Staremo a vedere.
Da un’analisi più approfondita – e veritiera – si capisce semplicemente che Berlusconi e Sarkozy si sono scambiati dei favori: io faccio passare i clandestini, tu mi fai comprare la Parmalat. Più chiaro di così!
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