L’immagine mi si è creata ieri pomeriggio scrivendo dei nostri Frankenstein: ma che paese è un paese che si affida ad un criminale dichiarato, circondato da criminali dichiarati – leggevo nelle motivazioni della sentenza Dell’Utri per le referenze con la mafia – quando tutto è stato ormai chiarito a livello giudiziario? Le alternative sono solo due: un paese rivoluzionario o uno stato canaglia.
I criminali dichiarati erano per i loro paesi – prima della presa del potere – ovviamente Stalin e Hitler, ma anche Gandhi e Mandela. Ma, appunto, prima. Dopo, nei paesi democratici, non riesco a farmene venire in mente neppure uno.
E quindi qui siamo ad un bivio: o il centrodestra fa la rivoluzione (il colpo di stato o come diavolo vogliono chiamarlo) e instaura un nuovo ordine legale che mette al gabbio il giudice Esposito, Ezio Mauro e Travaglio (sic!); oppure andiamo avanti così dicendo che far cadere il governo di cui quell’uomo, il criminale dichiarato, controlla almeno il 50 per cento sarebbe rischioso o sarebbe un delitto.
Però poi continueremo perennemente a chiederci come mai tra un bandito con le palle e una politica che sembra quella della riunione in chiesa di Mezzogiorno di fuoco, i sondaggi premiano il primo. La voglia di buttare la stella nella polvere come Will Kane è fortissima.
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