Dall’inizio di marzo dell’anno scorso, l’Unione Europea ha lavorato attivamente all’emanazione di un regolamento noto come “Ecodesign Regulation”.
Questo regolamento ha l’obiettivo di stabilire un quadro normativo volto a definire requisiti di progettazione ecocompatibile per specifici gruppi di prodotti, con l’esplicito scopo di migliorare significativamente la circolarità, le prestazioni energetiche e altri aspetti legati alla sostenibilità ambientale di tali prodotti.
In altre parole, si intende garantire che i prodotti immessi sul mercato rispettino determinati parametri di eco-sostenibilità fin dalla fase iniziale del processo di progettazione.
L’Ecodesign Regulation non affronta in modo specifico la categoria dei software
L’Ecodesign Regulation ha però una pecca: non affronta in modo specifico la categoria più innovativa, quella dei software. Nel contesto attuale, l’impronta ecologica del settore digitale e dell’Information and Communication Technology (ICT) ha conosciuto una notevole crescita.
I dati di oggi ci dicono che le tecnologie digitali contribuiscono a circa il 4% delle emissioni globali di anidride carbonica e al 7% del consumo di energia elettrica. Con la crescente diffusione delle applicazioni di intelligenza artificiale, è previsto che l’impronta ecologica dei software aumenterà ulteriormente.
Impatto ambientale
La misurazione precisa dell’impatto ambientale di un software è una sfida non banale. Sebbene esistano strumenti e tecniche specifici, il consumo di energia è influenzato da vari fattori, tra cui il tipo di hardware su cui i software operano, la quantità di dati elaborati e le architetture dei dispositivi su cui i software sono in esecuzione.
Questo campo di ricerca è in continua espansione e presenta ancora numerosi interrogativi aperti.
Linee guida
Le politiche pubbliche e le regolamentazioni hanno un ruolo fondamentale nell’offrire linee guida per la produzione di software più sostenibili. Ad esempio, il “AI Act”, la legislazione europea che mira a limitare i rischi legati all’intelligenza artificiale, prevede la necessità di trasparenza riguardo agli impatti ambientali.
La Commissione Europea redigerà successivamente linee guida specifiche per l’attuazione di azioni finalizzate a ridurre il consumo energetico. L’Ecodesign Regulation però non considera i software, è sempre bene ricordarlo.
In conclusione, come afferma Zuzanna Warso, direttrice della ricerca presso il think tank Open Future, «Il solo miglioramento dell’efficienza energetica non sarà sufficiente a compensare la rapida espansione dell’ICT e le sfide ambientali associate. Tuttavia, l’Ue non dovrebbe rinunciare ai suoi sforzi in questo senso».
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