Salvini è certo che in caso di nuove elezioni potrebbe diventare premier grazie alla Lega primo partito. È una possibilità realistica, specialmente se l’asse con i 5Stelle non si sgretola, anche se non è indispensabile. Questione totalmente diversa in Europa.
Sondaggi elezioni europee 2019
Gli ultimi sondaggi parlano di un chiaro calo dei due gruppi principali – PPE e S&D, Popolari e Socialisti – ma non di un tracollo. Nonostante il calo dei due principali gruppi europei, però, l’ENF – il gruppo euroscettico di cui fanno parte la Lega e il Fronte National di Marine Le Pen (che da poco ha cambiato nome in Rassemblement National), raccoglierebbero solo una ventina scarsa di seggi in più e quasi tutti grazie al partito di Matteo Salvini.
Come si vede dal grafico qui sopra, l’asse PPE-S&D non avrebbe più la maggioranza del Parlamento europeo (non è mai accaduto dal 1979 in poi, ossia da quando esiste l’elezione diretta dei parlamentari) fissata a 353 seggi (grazie a Brexit sono stati eliminati 45 seggi spettanti alla UK, da 750 a 705). In questo momento i due gruppi insieme arrivano a poco oltre 300 seggi, ma in loro soccorso potrebbe arrivare l’ALDE, il gruppo liberale e molto pro UE (che comprende En Marche di Macron e lo spagnolo Ciudadanos) che in questi ultimi anni ha votato prevalentemente con la maggioranza.
Gli schieramenti
Anche all’interno dei due principali schieramenti ci sono paradossi non facili da sbrogliare. Il PPE è formato sostanzialmente da partiti europeisti di centro-destra come la CDU di Angela Merkel, Les Republicaines, il PP spagnolo e Forza Italia; ma anche da Fidesz dell’ungherese Viktor Orban. Capite che un’alleanza del genere porta molti mal di pancia. Stessa cosa per l’S&D destinato a subire una dura sconfitta soprattutto perché manca il Partito Laburista britannico (grazie Brexit!), l’unico partito di centrosinistra che è cresciuto nella totale disfatta della sinistra europea.
In entrambi i casi, a corrodere i consensi saranno per lo più i partiti più radicali, anche se confinati ai singoli Stati: la Lega, il Rassemblement National, Ciudadanos e Vox. Ma a discapito di quello che si nota in alcuni stati membri – in Italia la Lega è in cima a tutti i sondaggi, ad esempio – gli euroscettici faticano a conquistare il voto determinante delle masse. Ne consegue che, pur cavalcando l’onda del radicalismo di destra, l’ENF riuscirà a portare in Europa circa 60 seggi – una vittoria se si pensa che nel 2014 vennero eletti in 41 – ma che di certo non porterà scompiglio in UE.
L’altro gruppo abbastanza potente da determinare alcune scelte politiche sono i conservatori dell’ECR, di cui fanno parte il polacco Legge e Giustizia e quasi tutti i partiti conservatori scandinavi. Ma Brexit è dietro l’angolo e anche l’ECR si appresta a perdere i seggi britannici e quindi a passare dai 75 seggi del 2014 a circa 50 dei pronostici attuali.
Infine l’EFDD, lo strano gruppo di cui fa parte il M5S. Anche qui Brexit ha dettato la linea eliminando i britannici di UKIP, ma il clima politico ha dato una mano aumentando i consensi del partito tedesco di estrema destra AfD (Alternative für Deutschland, Alternativa per la Germania). Dagli ultimi report, il movimento di Di Maio dovrebbe rimanere sugli standard del 2014, circa 25 seggi. Non è certo però se l’EFDD continuerà ad essere un gruppo, oppure, per mancanza di requisiti (non meno di 25 eletti da 7 stati membri diversi), i suoi componenti decideranno – volente o nolente – di continuare da soli.
Alleanze
Col calo di PPE e S&D, ci sarà una nuova e mutevole rincorsa alle alleanze, soprattutto a destra: il PPE, da come parlano molti dirigenti, potrebbe far fronte comune con ECR, ENF ed EFDD in modo da incanalare circa 150 seggi dell’estrema destra; questa nuova alleanza non porterebbe la maggioranza del Parlamento, e per di più attirerebbe le ire dei puristi di entrambi i fronti. Di certo, però, se ECR, ENF ed EFDD si alleassero sarebbero quasi certamente la seconda forza del Parlamento Europeo scavalcando i Socialisti e Democratici, fermi ad oggi a circa 130-140 seggi. Va detto che anche nel campo dell’estrema destra i dissapori sono notevoli: Libertà e Giustizia non va d’accordo con il Rassemblement National e sono molto scettici verso tutti quei partiti, la Lega in primis, troppo vicini alla Russia di Putin.
Insomma, se a sinistra le cose vanno male, a destra non vanno sicuramente bene.
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