Il procuratore generale degli Stati Uniti Eric Holder ha avviato una causa legale contro l’agenzia di rating Standard & Poor’s. Le motivazioni sono di aver ignorato i propri standard nella valutazione delle obbligazioni ipotecarie sui titoli di debito il cui rimborso è garantito tramite ipoteche stipulate sui propri beni immobili. Significa che il Ministero della Giustizia dà la colpa a S&P per l’implosione del sistema creditizio immobiliare alla fine del 2007, portando alla crisi finanziaria e alle drammatiche conseguenze sull’economia del mercato immobiliare americano. Si tratta della prima causa a livello federale che prende di mira una società di rating, si aspetta inoltre che alcuni procuratori statali si aggiungano con una serie di cause collegate.
Già ieri mattina il Wall Street Journal aveva anticipato la causa legale, ma la conferma è arrivata solo a notte italiana inoltrata. In sostanza S&P è accusata di non aver previsto il crollo del mercato immobiliare e quindi di non aver previsto la crisi finanziaria che dura ormai da quasi cinque anni. Da quattro mesi i legali delle due parti hanno cercato di evitare il processo, ma S&P ha deciso di ritirarsi sostenendo che un accordo avrebbe solo fatto crollare la società. Secondo le poche informazioni trapelate, la Procura generale avrebbe intenzione di multare S&P per una cifra molto vicina al miliardo di dollari – la più alta mai richiesta ad una società accusata di condotta lesiva durante la crisi – in più avrebbero dovuto ammettere tutta una serie di errori, ammissione che avrebbe aperto la strada a nuove azioni legali nei confronti della società con rischi assolutamente imprevedibili per il futuro di S&P.
Sul comportamento di S&P, il governo americano ha indagato per quasi quattro anni. I principali indiziati erano i manager perché sospettati di aver ignorato volutamente gli standard legati ad alcune operazioni di rating immobiliare.
È stato finora impossibile portare in tribunale le agenzie di rating perché nella loro difesa hanno sempre dichiarato che le valutazioni sono opinioni, protette pertanto dal Primo Emendamento. Sulla base di questa linea difensiva, decine di cause sono state respinte dai tribunali statunitensi; ma secondo il Wall Street Journal il ministero della Giustizia cercherà di aggirare la cosa facendo riferimento al Financial Institutions Reform Recovery and Enforcement Act, una legge del 1989 secondo cui l’onere della prova per l’accusa è davvero minimo. Il Ministero della Giustizia è convinto che il Primo Emendamento non può proteggere le agenzie di rating se, volutamente, hanno ingannato gli investitori ignorando i loro stessi standard per compiere le valutazioni.
Rispondi