È stato raggiunto l’accordo su Epifani reggente, dice Stefano Menichini
Pd, l’accordo è su Guglielmo Epifani europaquotidiano.it/2013/05/10/pd-… @mariolavia @weuropa
— stefano menichini (@smenichini) 10 maggio 2013
Domattina alle 10 l’assemblea del Pd dovrà fondamentalmente fare due cose: formalizzare che la presidenza e la segreteria sono dimissionarie, e decidere il pro tempore che prenderà il posto di Pier Luigi Bersani alla guida del partito. Dalle 14 in poi la sala si trasformerà in una sorta di caotico seggio elettorale in cui tutti i candidati segretari dovranno raccogliere 100 firme tra i delegati all’assemblea per potersi presentare agli elettori, chiunque essi siano. Ma torniamo al segretario traghettatore.
Lunedì i rumors davano come certi Epifani o Gianni Cuperlo. Martedì serviva un nome di esperienza tipo Anna Finocchiaro. Mercoledì «Serve un segretario autorevole – dicono – Fassino o Chiamparino». Giovedì il caminetto con la task force dei sei saggi – il presidente dei senatori Zanda, il capogruppo alla Camera Speranza, i due vice presidenti Sereni e Scalfarotto, il coordinatore dei segretari regionali Amendola e il capogruppo in UE Sassoli – non decide nulla, spunta da chissà quale parte il nome di Roberto Speranza con molte apprensioni di D’Alema, Bindi, Letta e i giovani turchi. Venerdì – stamattina – Speranza in un’intervista a Repubblica sottolinea a più riprese che no, lui il segretario non lo vuole proprio fare; chissà perché nessuno gli crede anche se rispunta il nome di Anna Finocchiaro. Sempre venerdì gira lo spettro degli “anziani” Fassino, Finocchiaro e Chiti; poi degli “innovatori” Giovani turchi, Puppato e Civati; ed infine – questa me la gioco per ultimo – spuntano gli influencers di #OccupyPd.
Ce la possiamo fare, stiamo andando fortissimo.
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