Da diverse settimane, il governatore della Puglia, nonché segretario di Sel e principale alleato di Bersani a governare il paese, Nichi Vendola, va dicendo in tutte le salse che una possibile alleanza con Monti è “fantascienza”. Aldilà del fatto che l’ipotetica alleanza con il Presidente del Consiglio oggi è quanto mai utile per tenere in piedi un governo formato da Pd, Sel e Psi – ricordiamo che i sondaggi danno una maggioranza discreta del centrosinistra alla Camera, ma molto molto in bilico al Senato dove il premio di maggioranza si prende su base regionale e le tre regioni chiave, Sicilia Lombardia e Veneto, sono assolutamente instabili e nel caso il centrodestra dovesse portarle a casa tutte e tre, la coalizione di Bersani non avrebbe in nessun caso la maggioranza al Senato – c’è soprattutto il fatto che poche settimane prima delle primarie del centrosinistra, i tre leader hanno firmato la Carta d’Intenti della coalizione “Italia bene comune”, la quale, nel paragrafo “Responsabilità“, recita così:

I democratici e i progressisti si impegnano altresì a promuovere un patto di legislatura con le forze di centro di ispirazione costituzionale ed europeista, sulla base di una comune consapevolezza e responsabilità di fronte alla straordinarietà del passaggio storico che l’Italia e l’Europa affronteranno nei prossimi anni.

A prova di ciò, ieri sul Foglio, il segretario del Psi Riccardo Nencini – ovvero uno dei tre leader di quella strana coalizione che andrebbe a governare l’Italia – intervistato da Cerasa, ricorda proprio a Nichi Vendola che una firma non è solo un atto di responsabilità verso la coalizione ma verso il Paese, perché rende credibili agli occhi degli elettori. Per Nencini l’obiettivo è chiaro: si governa col Centro senza fraintendimenti di nessun tipo, perché la carta d’intenti parla di “Collaborazione con le forze del centro” e “accordo di legislatura” e non c’è nessun ma che possa cambiare le cose:

“Quel passaggio del programma che abbiamo controfirmato io, Nichi e Pier Luigi l’ho scritto personalmente – spiega al Foglio Riccardo Nencini, segretario del Psi – e vuol dire una cosa semplice, non ci possono essere fraintendimenti: un accordo di governo tra sinistra riformista e centro. Di governo, proprio così. All’epoca, quando firmammo quella carta, sembrava che dovesse essere approvata una legge elettorale che ci avrebbe obbligato ad allargare la maggioranza anche alla Camera per avere la possibilità di governare. Oggi siamo di fronte a una legge diversa, ma visto il rischio di instabilità che si prospetta al Senato l’interpretazione da dare a quel passaggio è sempre la stessa: il centrosinistra, dopo le elezioni, comunque andranno le cose, chiederà al ‘centrodestra buono’, se così si può dire, ovvero quello di Monti, di fare un accordo di legislatura, e di governare insieme”.