L’8 dicembre ci saranno le primarie aperte del Partito Democratico che eleggeranno il nuovo segretario nazionale. I candidati al momento sono quattro: Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Matteo Renzi e Gianni Pittella. Però il comma 6 dell’Art. 9 dello Statuto dice che: «Risultano ammessi all’elezione del Segretario nazionale i tre candidati che abbiano ottenuto il consenso del maggior numero di iscritti purché abbiano ottenuto almeno il cinque per cento dei voti validamente espressi e, in ogni caso, quelli che abbiano ottenuto almeno il quindici per cento dei voti validamente espressi e la medesima percentuale in almeno cinque regioni o province autonome». Quindi uno dei quattro – presumibilmente Gianni Pittella – verrà escluso dalla competizione.*

Questo congresso ci dà l’occasione più unica che rara per far pulizia nel partito e mandare finalmente a casa quella classe dirigente che da trent’anni ci fa perdere tutto ciò che è umanamente possibile perdere nella storia politica italiana. Ed è un’occasione d’oro perché, stavolta, non è affatto indispensabile vincere le primarie per decimare l’attuale nomenklatura del Pd: basta arrivare secondi.

Ora, se Renzi è il vincitore annunciato di queste primarie avendo dalla sua una grandissima fetta di iscritti, elettori (l’83% scriveva martedì Maria Teresa Meli sul Corriere) e quasi tutto l’establishment del partito, la lotta per il secondo posto è molto aspra e combattuta.

Gianni Cuperlo. Triestino, 52 anni, l’ultimo segretario della FGCI, si candida alla segreteria il 10 maggio in un’intervista a Gad Lerner. Cuperlo posta la sfida per il rilancio del partito, assume posizioni chiare e nette tanto sulle primarie, che considera necessarie, quanto sulla vicenda Berlusconi, sulla quale, afferma, il “PD si gioca l’anima“. È sostenuto dall’area ex Ds del Partito Democratico (D’Alema, Bersani, Epifani, Orlando, Orfini, Fassina, Speranza, Stumpo, Zoggia…) Le idee di Cuperlo si riassumono in otto punti.

Pippo Civati. Monzese, classe 1975, è stato consigliere regionale della Lombardia dal 2005 al 2013, parlamentare dal 25 febbraio 2013. Considerato uno degli esponenti di punta tra i cosiddetti “trentenni” che potrebbero guidare il ricambio generazionale del Partito Democratico, dal 2009 fa parte della direzione nazionale del PD ed è presidente del Forum per i nuovi linguaggi e le nuove culture del PD. Nel 2009 è stato coordinatore della campagna di Ignazio Marino alle primarie per l’elezione del segretario nazionale (l’anno di Bersani segretario), il 13 novembre 2012 ha pubblicamente dichiarato la sua intenzione di candidarsi a segretario e alle parlamentarie del mese successivo è stato il più votato nella provincia di Monza e Brianza. Civati ha promosso un dialogo tra il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle per la formazione di un governo e si è opposto nettamente alla formazione di un’alleanza di governo tra il Partito Democratico e il Popolo della Libertà. A causa del suo dissenso politico, non ha partecipato al voto di fiducia al governo Letta. In una iniziativa politica organizzata a Reggio Emilia il 5, 6 e 7 luglio 2013, Civati ha lanciato ufficialmente la propria candidatura a segretario con quello che è stato definito Manifesto di Reggio Emilia. Civati non ha dalla sua sponsorizzazioni di primo piano ma conta su una rete di militanti che lavorano e viaggiano prevalentemente su internet. Il Partito delle Possibilità è il suo programma.

Sarò cinico o perfino poco democratico, ma davvero questo congresso ci può dare un’occasione più unica che rara per far pulizia nel partito e mandare finalmente a casa l’inutile classe dirigente che spadroneggia da un trentennio. Penso ad un Pd senza più D’Alema, Bersani, Epifani, Fioroni, Bindi, Stumpo, Franceschini, Veltroni, Lupo, Fassino, Bassolino, Bettini, Binetti, Castagnetti, Damiano, D’Antoni, De Luca, Finocchiaro, Iervolino, Marini, Melandri, Meta, Migliavacca, Parisi, Pegorer…

Penso ad un Partito Democratico con gente nuova – che probabilmente sbaglierà esattamente come i loro predecessori, solo che non lo sapremo finché non li proviamo -, possibilmente composta da giovani amministratori e trentenni con la passione per la politica. Persone ancora motivate e dalle idee meno radicate al conservatorismo come lo sono gli attuali dirigenti. Pensateci anche voi. Pensateci e poi votate per Pippo Civati.

Voterò per Pippo sostanzialmente per due motivi: Renzi oggettivamente ha già tutti i voti possibili per vincere, quindi non ha un assoluto bisogno del mio; fare arrivare Cuperlo terzo, possibilmente con uno scarto abbastanza rilevante dal secondo, gli permetterà di avere gli spiccioli in Assemblea Nazionale ed essere la minoranza nella minoranza. Il ché è fantastico batterli proprio sulla conta interna, da sempre il loro terreno fertile. Lo ribadisco: sarò cinico e poco democratico, ma il mio voto a Pippo servirà principalmente per mandarli a casa.

* la norma che regolava il numero di candidati è stata cambiata: adesso è valida solo per i candidati alla segreteria provinciale.